I cliché riguardanti i giovani, o per dirla con il tono paternalistico degli adulti, riguardanti “la futura classe dirigente”, sono ben noti. Non sono trascorsi molti anni da quando il ministro Fornero, parlando dei giovani, definì loro choosy, facendo riferimento al fatto di non essere troppo schizzinosi ed esigenti riguardo al posto di lavoro. Più recente, invece, è la polemica del ministro Poletti, il quale, in relazione ai giovani che espatriano, asserì che alcuni di loro è meglio “non averli tra i piedi”.

Per fortuna, a smentire queste affermazioni, ci sono testimonianze di ragazzi e ragazze, che perseguono con tenacia i loro obiettivi, dimostrando che con un po’ di impegno, è possibile conseguire ottimi risultati. Una di queste è la testimonianza di Arianna Ricchiuti, giovane laureata in biologia con una tesi in astrobiologia, nonché divulgatrice scientifica del Planetario di Bari, la quale è stata recentemente selezionata a ben due seminari che la vedranno protagonista il primo in Estonia, nella città di Tartu dall’ 8 al 10 agosto, il secondo nelle Isole Azzorre, nella città di Furnas dal 25 al 29 settembre, promosso dall’ European Geosciences Union (Egu), in cui probabilmente sarà la più giovane partecipante.

E’ opportuno, però, ricordare, che questi non sono gli unici meeting a cui Arianna ha partecipato; infatti lo scorso anno fu selezionata per l’AbgradE (Astrobiology Graduates In Europe) ad Atene. Il fil rouge di entrambi i convegni sarà l’astrobiologia, che la stessa giovane ha definito: “studio dell’origine e dell’evoluzione della vita nell’ universo”, però il primo concernente la nascita del sistema solare e dei pianeti abitabili, il secondo, invece, l’abitabilità nell’ universo in senso più generale. La giovane divulgatrice, inoltre, ha specificato: “Non essendo una ricercatrice, non porterò una mia ricerca, ma parlerò dell’importanza della comunicazione della scienza e delle strategie per farlo”.

“La passione per l’astrobiologia nasce al primo anno di università”, ha aggiunto Arianna Ricchiuti, “quando avevo da poco iniziato a frequentare il corso di scienze biologiche, poiché non mi fu possibile prendere astronomia. Per questo motivo provai a cercare qualcosa che unisse le due discipline e trovai questo nuovo ambito interdisciplinare, ovvero l’astrobiologia, chiamata in precedenza esobiologia. E ho capito che è davvero ciò che mi piace, perché unisce le scienze che più amo al mondo”.

“Fare divulgazione significa parlare di scienza in maniera valida, facile e coinvolgente”, ha concluso la giovane biscegliese. “Significa rendere le scienze un mezzo di intrattenimento, al pari del calcio o della musica, significa rendere le persone più consapevoli della realtà che le circonda, vuol dire informare e istruire senza annoiarsi”.