E’ stato presentato mercoledì 2 marzo nell’Auditorium del Ministero della Salute a Roma il “Manuale per corrette prassi operative per le organizzazioni caritative” o “#manualesalvacibo” a cura della Caritas Italiana e della Fondazione Banco Alimentare Onlus.

All’incontro, moderato da Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare Onlus, hanno partecipato alcuni rappresentanti dell’associazione biscegliese “Recuperiamoci – Ridiamo vita al cibo”, poiché quest’ultima si occupa dal 2010 del recupero di cibo buono ma invenduto (per lo più pane e farinacei, frutta e verdura, pesce, derivati del latte e dolci) per distribuirlo quotidianamente a famiglie in difficoltà economica.

#manualesalvaciboIl #manualesalvacibo è stato fortemente voluto per incrementare il recupero del cibo da parte delle organizzazioni caritative e, al tempo stesso, per garantire la sicurezza degli alimenti salvati, riducendo ulteriormente gli sprechi.
Ideatrici del testo la Caritas italiana e il Banco Alimentare, che si sono avvalse del contributo di alcuni docenti dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Lo studio di supporto alla realizzazione del manuale, come spiegato dal professor Pier Sandro Cocconcelli, biologo della Cattolica, parte dalla valutazione scientifica dei pericoli e dei rischi legati alla “seconda vita” degli alimenti.
In merito agli alimenti recuperati poi, “Se vengono rispettate le due T, tempo e temperatura – ha aggiunto la professoressa dell’Università degli Studi di Milano, Claudia Balzaretti – si può arrivare a un livello di sicurezza pari all’80%”.

Unicum in Italia, il manuale è stato approvato dal Ministero della Salute, rappresentato per l’occasione dal direttore generale, Giuseppe Ruocco, intervenuto in sostituzione del ministro Lorenzin.
“Si risparmia – ha concluso don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana – dove è più facile tagliare: istruzione, salute e ovviamente cibo”, ricordando l’appello di Papa Francesco a una mobilitazione generale anti-spreco, non solo politica, ma anche educativa e culturale.