Lo scorso 28 marzo, l’Aula del Senato ha approvato in terza lettura il testo sulla legittima difesa, che è diventato così legge dello Stato. Il provvedimento, fortemente voluto dal ministro dell’interno Matteo Salvini e approvato con il voto favorevole della maggioranza di governo, modifica alcuni articoli del codice penale, introducendo il concetto per il quale si considera “sempre in stato di legittima difesa” chi, all’interno del domicilio e nei luoghi ad esso equiparati, respinge l’intrusione da parte di una o più persone “posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica”. Ma è proprio l’utilizzo dell’avverbio “sempre” ad essere fuorviante. In ogni caso, infatti, la magistratura avrà comunque l’obbligo di indagare e valutare l’effettiva proporzionalità tra difesa e offesa. 

La nuova norma modifica anche “l’eccesso colposo di legittima difesa”, escludendo la punibilità di chi, “trovandosi in condizione di minorata difesa o in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo, commette il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità”. Anche in questo caso, però, sarà sempre un giudice, con tutte le difficoltà del caso, a stabilire, al termine di regolare processo, se l’imputato fosse o meno, al momento del fatto, in uno stato di “grave turbamento”.  Si tratta del secondo intervento in materia di legittima difesa dopo quello del 2006, quando il guardasigilli leghista Castelli, con il governo Berlusconi, allargò le maglie della vecchia norma prevista nel Codice Rocco. 

Se da un lato l’approvazione di questa nuova legge ha trovato il plauso di numerosi cittadini, dall’altro diversi giuristi hanno definito le modifiche “inutili” nel migliore dei casi (non aggiungendo nulla, secondo loro, a quanto previsto dalle leggi già in vigore) e “dannose” nel peggiore. Ma era davvero attesa questa nuova norma? E qual è il messaggio che passa con questo provvedimento? Lo abbiamo chiesto ai cittadini biscegliesi.

I titolari delle attività commerciali del centro interpellati per il servizio hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. Riprese e montaggio a cura di Gabriele Caruolo.