I danni provocati dal Covid19 stanno mettendo in ginocchio l’Italia, problematiche legate al fermare la diffusione del coronavirus, ma che al tempo stesso si ripercuotono nei vari settori che rappresentano il motore trainante del Paese.  

“Purtroppo oggi non siamo in grado di dire quando questa emergenza terminerà”, esordisce Leo Carriera, direttore Confcommercio Bari-Bat, “e questa incertezza sta di conseguenza generando una grave crisi economica. Sono dell’idea di non lasciarci andare a particolari psicosi, ma piuttosto utilizzare le dovute cautele suggerite dall’Oms, che comunque dovrebbero far parte della normale quotidianità di ciascuno di noi. Un appello agli organi di informazione, nel fare particolare attenzione a ciò che viene comunicato, che può generare paura e mancanza di fiducia, e questi sono i due fattori che danno origine ai mancati consumi e investimenti. Quello che serve è tornare alla normalità e al buon senso, riportare ottimismo nei consumatori”.

Carriera comincia a stimare i danni del comparto commerciale, “Purtroppo sono tutti i settori ad essere compromessi in questo momento. Dal commercio, al turismo, cultura, eventi spettacoli, alla ristorazione e ai trasporti stanno venendo meno i fatturati. Apprendiamo di ora in ora che i viaggi verso l’Italia stanno sparendo dalle mete dei turisti stranieri, non sarà facile recuperare fiducia e numeri. Sono state rinviate Fiere ed eventi, mettendo in ginocchio tanti settori, dal dettaglio all’ingrosso. Certamente serve ora una strategia di rilancio di tutti i comparti e dell’immagine del Paese”.

Il direttore Confocommercio Bari e Bat ha chiesto al governo centrale, “che vengano posticipate le scadenze fiscali e contributive principali per le imprese, che si avvii urgentemente un confronto con l’intero sistema bancario, affinché venga posta in essere una moratoria dei mutui, in tutto il paese, non solo in alcune regioni. E poi uno dei problemi impellenti è quello dell’occupazione, che in questo momento sta venendo meno, le aziende in crisi non sanno come assolvere alle responsabilità nei confronti dei lavoratori, quindi chiediamo la cassa integrazione e il fondo di integrazione salariale per i micro e piccole imprese, che generalmente non ne usufruiscono, quindi prevedere un sistema di indennità per i lavoratori autonomi”.

Problematiche a livello lavorativo che riguarda anche le attività cinesi, “La comunità cinese in Puglia è laboriosa”, ricorda Carriera. “Sono 6.108 nell’ultimo censimento, il 4,4% di tutta la popolazione straniera. In testa Bari e provincia (2.406), seguita da Lecce (1.079), Taranto (813), Foggia (728), Bat (632) e Brindisi (450). Molte attività hanno chiuso, temporaneamente, perché la gente non va, parliamo di ristoranti e qualche negozio”.

“In tempi di emergenza quali quelli che stiamo vivendo”, continua, “il turismo deve rimanere una leva importante per l’economia pugliese visto che natura, arte e cultura hanno baciato la Puglia, rendendola depositaria di un patrimonio inestimabile. Occorrerebbe per continuare a renderla attrattiva, pur nella particolarità contingente che stiamo vivendo e che comunque una qualche ricaduta negativa la farà registrare, perseguire una politica turistica che renda a perequare i costi, per un’offerta di servizi che sia di qualità e competitiva. Si potrebbe anche pensare”, conclude Leo Carriera, “ad un coordinamento su base regionale e provinciale circa l’orario di visita dei monumenti, garantendone una fruizione la più ampia possibile”.