Don Vito Sardaro, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, e Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, hanno inviato alle catechiste e ai catechisti della diocesi una lettera in cui si esprimono vicinanza e speranza.

“Carissime/i catechiste e catechisti, in questo tempo di particolare affanno, sentiamo il desiderio di farci vicini e in comunione con tutte le comunità parrocchiali e le realtà ecclesiali presenti in diocesi, testimoniando che non siamo soli e che la Sua Grazia sempre ci precede e ci accompagna”, si legge nel documento.

“Occorre che ci mettiamo bene in testa quello che ci è finalmente apparso come futile, che sembrava riempire la nostra vita ma che, di fatto, confondeva il desiderio con il soddisfacimento dei bisogni, anche quelli religiosi. Più siamo stati vicini alla malattia, al dolore nostro o dei nostri fratelli e sorelle, alla stessa morte, e più abbiamo identificato e smascherato quello che non merita affidamento, che non dà felicità, che stordisce e illude”, sottolineano nella missiva, “Fare pulizia è il secondo grande appello che possiamo accogliere da questo tempo di bassa marea. Smaltire”.

“Papa Francesco ci ha detto che questo è “un tempo di scelta” per capire cosa conta e cosa passa, per separare ciò che è necessario da ciò che non lo è”, mettono in evidenza dalla Diocesi.

“Anche se siamo in un tempo difficile e faticoso e i protocolli considerano la catechesi una lezione scolastica, vogliamo ribadire che la catechesi e l’annuncio non sono tutto questo”, precisano, “Sappiamo che in molti casi è difficile incontrarsi in presenza, pur mantenendo il rispetto delle regole (mascherine, igienizzazione, distanziamento) e in alcune circostanze è sconsigliato. Infatti alla luce di quanto stiamo vivendo, fino al 3 dicembre non ci saranno incontri in presenza“.

“Allora cosa possiamo fare?”, ci si chiede, “Ci permettiamo di suggerire un piccolo segno che ci possa far cogliere questo tempo ferito e inedito come tempo di Grazia. La proposta potrebbe essere quella di invitare tutte le famiglie della comunità, a un’ora prestabilita (magari in serata), a fermarsi per pochi minuti per elevare al Signore la nostra preghiera”.

E concludono: “La preghiera nata nel calore delle famiglie, riscaldi la nostra fraternità ecclesiale perché continui ad essere una Chiesa che ha il sapore della casa e una casa che ha il profumo della Chiesa”.