È un momento particolarmente critico quello che il nostro Paese sta vivendo in merito alla pandemia da Covid-19. I dati sembrano tenere botta negli ultimi giorni, ma la situazione a livello sanitario ed ospedaliero sta vivendo giorni di grande criticità. Un sistema al limite del collasso per il numero sempre più frequente di nuovi positivi e di soggetti in isolamento in attesa ulteriori approfondimenti.
Situazione che vede inevitabilmente coinvolta in scala anche la città di Bisceglie e numerosi suoi cittadini che stanno vivendo giorni di grande apprensione, dovuti ad un meccanismo che sembra stia andando ormai in tilt, quello della gestione dei positivi e dell’iter da seguire.
Un esempio pratico è quello di un lettore che ha contattato la redazione di Bisceglie24 per raccontare quello che senza troppi giri di parole è un vero e proprio calvario che sta vivendo assieme a sua moglie.
“Lo scorso 25 ottobre ho cominciato ad accusare i primi sintomi da Covid – dichiara il 30enne al telefono – non riuscendo più a sentire gli odori, anche se non avevo febbre. A titolo precauzionale io e mia moglie (che invece non ha mai avuto sintomi) siamo rimasti a casa per tre giorni, ma la situazione non ha avuto miglioramenti per quanto mi riguarda. Il 28 ottobre ho quindi deciso di effettuare il test antigenico, dopo appena un’ora dal laboratorio analisi hanno comunicato la mia positività. Senza perdermi d’animo ho subito informato il mio medico curante che in collaborazione con il laboratorio analisi hanno allertato la Asl Bt”.
Una proceduta eseguita alla lettera ma che dal giorno successivo vede le comunicazioni interrompersi, “Dopo aver aspettato il tempo necessario indicato dalla procedura – racconta il nostro lettore – ho chiamato l’ufficio igiene di Bisceglie, ma senza fortuna. Per giorni ho provato a mettermi in contatto con l’ufficio senza mai, ripeto mai, avere un interlocutore con il quale confrontarmi in merito alla mia situazione. In preda alla disperazione il 6 novembre riesco a parlare telefonicamente con la segreteria della Asl ad Andria, la quale mi comunica che non potevano fare altro che provare a sollecitare l’ufficio igiene cittadino. Una situazione che ad oggi non trova una soluzione e neanche una risposta”.
Per il cittadino biscegliese la situazione si è fatta pesante sotto vari aspetti, “Mi sento totalmente abbandonato a me stesso e purtroppo so benissimo che in tanti si trovano nella tremenda situazione che sto vivendo. Ho deciso di prenotare un tampone privatamente per capire la mia situazione legata alla salute, ma dal punto di vista pratico una eventuale negatività non mi porta a poter uscire di casa se non dopo il consenso dell’ufficio igiene. Sia io che mia moglie stiamo rischiando seriamente di perdere il lavoro, oltre ad una situazione che dal punto di vista psicologico comincia a farsi pesante. Il mio è un appello alle istituzioni cittadine, ed agli uffici competenti preposti. Non lasciateci da soli, non abbandonateci, abbiamo bisogno di tornare ad una vita normale”.