“Era l’8 luglio del 2019 quando sulla pagina del parco dell’associazione ‘NOI’ ho visto le foto di Pasquale, ex cane di quartiere finito in canile per ignoranza e cattiveria per oltre 10 anni”. Parte con queste parole la lettera di una nostra lettrice che ha inviato alla redazione per raccontarci una storia bellissima, quella che spesso accomuna l’uomo agli animali.
“Non conoscevo la storia di questo cane, Pasquale ha vissuto per anni in strada. Viveva dalle parti dell’Istituto Tecnico, lo accudivano diverse persone. Lo conoscevano tutti. Accompagnava i ragazzi a scuola, si fermava a ricevere coccole. Poi, è stato vittima della cattiveria umana: è stato avvelenato, maltrattato ma è riuscito a cavarsela fino a quando una signora stanca (chissà di cosa) ha fatto accalappiare Pasquale e poi nessuno si è ricordato più di lui, fino al luglio 2019 quando Adriana e Francesca (volontarie) parlando con Mauro Pasquale (gestore del canile) hanno scoperto che Pasquale era ancora lì, ormai anziano, stanco e depresso. Mi ha colpito il suo sguardo dolce ma tanto triste. Ci sono momenti nella nostra vita in cui siamo più sensibili, più aperti verso gesti d’amore e così è stato per me. Adottare Pasquale, tirarlo fuori dal canile è stato il mio pensiero istintivo”.
“Dopo la condivisione in famiglia, i dubbi della convivenza con Zoe (l’altro nostro cane) e la riflessione sulle nostre capacità di essere in grado di gestire un cane adulto, è arrivata la conferma di quello che il cuore già aveva deciso. L’11 luglio ho comunicato a Gabriella (Presidentessa dell’associazione NOI) la nostra decisione e di lì, a piccoli passi con delicatezza siamo giunti al 13 agosto quando Pasquale è venuto a casa con noi. E’ stato indimenticabile. Pasquale un cane discreto, dolce, con i suoi limiti fisici legati all’anzianità. I primi attimi nella nuova casa, in giardino con tanta voglia di camminare, ovviamente pochi passi e piccoli cedimenti dopo tutto il tempo passato in una cella. Pasquale ha mostrato da subito tempra, tenacia e testardaggine, tutte doti di un cane di strada”.
“Ci sono tanti aneddoti di Pasquale: la prima volta davanti allo specchio che cerca di capire chi sia quello di fronte, oppure (con i problemi di vista) fermo immobile davanti ad un mobile in cucina a fare cosa, non si sa, il primo incontro con una fetta di prosciutto, momento in cui per la prima volta ha mostrato i denti (pochi molto pochi) a Zoe e vincere la battaglia, che ridere. Una delle emozioni più belle è stata quando l’abbiamo portato il primo giorno a vedere il mare; si è fermato, ha guardato lontano, ha annusato tutta l’aria che poteva e poi mi ha guardata e come per incanto la sua coda, che fino ad allora era rimasta nascosta tra le sue zampe, si alza ed inizia a scodinzolare regalandoci una gioia immensa”.
“I primi giorni sono stati di adattamento ovviamente. Noi eravamo degli sconosciuti per lui, ma in questo Zoe la nostra cagnolona ci ha dato una grande mano e alla fine Pasquale la segue in tutto, anche in passeggiata. Non ha fatto altro che dormire e mangiare, senza abbaiare. Ci siamo presi il nostro tempo per conoscerci e per fidarci l’uno dell’altro. Piano piano Pasquale si è integrato nelle nostre abitudini e noi nelle sue. Ha iniziato ad abbaiare, a correre (nel vero senso della parola) verso il cancello, a venirci incontro al rientro a casa per farci le coccole (a modo suo) e prendere il suo premietto, regalandoci tante gioie inaspettate nel vedere tutti i suoi progressi. Le passeggiate sul lungomare sono diventate la normalità, uscire con Zoe e aspettarla, camminare insieme. Tra loro si è instaurato un rapporto di grande rispetto: Zoe la primadonna di casa ma Pasquale è il nonno, il saggio. Ci siamo regalati anche una bellissima vacanza insieme, noi 4; vederlo seduto, tranquillo in auto, percepire la sua calma e serenità, la voglia di esplorare e di seguirci ovunque, tante emozioni che riempiono il cuore”.
“Pasquale non sopporta la pioggia, chissà quanta ne avrà presa, chissà quante volte sarà rimasto bagnato, al freddo. Ovviamente durante le giornate uggiose è stata un’impresa farlo uscire di casa, il tempo necessario per i bisogni, rientrare e avvolgerlo in una calda coperta. Prendersi cura di un cane è impegnativo. Un cane anziano che ha le abitudini di un canile lo è ancora di più, ma posso garantire che l’amore supera tutte le fatiche anche quando sei costretta ad alzarti nel cuore della notte per farlo uscire per i bisogni perché non li trattiene ormai più. Ogni giorno Pasquale ci ha regalato qualcosa, piccoli gesti che sembrano normali, ma che per un cane vissuto per tanto tempo in solitudine non lo sono affatto come per esempio avvicinarsi per chiedere la coccola. Potrei scrivere tanto su Pasquale, quasi due anni di vita famigliare, troppo pochi rispetto a tutto il tempo trascorso in canile. Poi inizi a renderti conto che il tempo non si ferma, che lui diventa sempre più anziano, che inizia ad essere stanco, ma non ci badi molto perché pensi che è da poco tempo in famiglia e che quindi ci saranno ancora momenti da vivere insieme”.
“Invece il 18 maggio scorso Pasquale è volato in cielo e ci ha lasciato un gran vuoto, tante lacrime. Sapevamo che non ci sarebbe stato molto tempo, però non è mai abbastanza e non si è mai pronti. E’ successo tutto all’improvviso e sinceramente credevo che sarebbe rimasto ancora con me, con noi. Ora voglio dire grazie a Gabriella Mancino, a Francesca, ad Adriana e Marisa dell’associazione NOI per averci fatto conoscere Pasquale; a mio marito Carlo che mi ha accompagnata in quella che poteva sembrare un’idea folle, ma poi ci siamo resi conto che è stata una gran bella follia d’amore. Grazie a Zoe che ha accettato Pasquale, che è stata la sua tutor (tra loro hanno creato un equilibrio). Un grazie enorme a Pasquale perché ci ha insegnato il valore delle piccole cose, l’importanza di una carezza, che andare allo scontro non serve, che la saggezza ripaga.
“Ti sento vicino a me, quando sono vicina ai fornelli sento il tuo muso sulla mia gamba, sento ancora il tuo sguardo, il rumore delle tue zampette. Ti chiedo scusa per le volte che ho alzato la voce, per non aver compreso che magari avevi da dirmi qualcosa. Per noi è stato un onore conoscerti, averti accanto, viverti, ci hai regalato tanta felicità e ci auguriamo di aver fatto altrettanto per te. Ci manchi tanto. Adottare un cane è una grande esperienza, che ti cambia la vita, ma in meglio. Adottare un cane anziano è regalare dignità e calore per l’ultimo periodo di vita di un’anima bella”.