“Ad inizio ottobre le informazioni pubbliche sull’inizio del servizio di refezione scolastica sono vaghe e generiche. I comunicati dell’amministrazione sull’argomento lasciano solo incertezze. Il servizio doveva iniziare il 1º ottobre. Serpeggia, giustamente, il malcontento fra le famiglie”. Lo dichiarano gli esponenti di Libera il futuro Bisceglie.

Per fare chiarezza Libera il futuro ha richiesto con accesso civico: 

  • gli atti d’indirizzo e amministrativi propedeutici all’indizione della gara/affidamento del servizio nelle scuole cittadine (quelli adotatti, se ce ne sono, nell’ultimo anno);
  • i documenti di gara/affidamento (avviso pubblico, capitolato di gara, disciplinare, eccetera);
  • il cronoprogramma delle procedure amministrative propedeutiche all’avvio del servizio, oltre che la data di partenza dello stesso.     

Per legge dovremmo attendere 30 giorni per ricevere risposta. Ma chiediamo sia all’Amministrazione sia agli uffici di rendere disponibili documenti e informazioni prima.

“Si tratta di un servizio essenziale per le famiglie e per i loro piccoli – afferma Vincenzo Arena – ed è necessaria massima trasparenza anche sulla qualità e le modalità di erogazione dei pasti”.

“Alcuni genitori – continua Arena – ci riferiscono di un mancato coinvolgimento preliminare nella definizione di un capitolato di gara, ci dicono essersi iscritti online al portale per la ricarica dei ‘buoni pasto’ ma di non aver chiaro non solo la data precisa di inizio del servizio, ma neanche quali saranno i menu”. 

Chiediamo a Sindaco, assessore al ramo e dirigenti di rispondere a queste domande:

  • Sarà indetta una gara europea a brevissimo? Non si trova traccia di alcuna determina amministrativa o altro atto di indirizzo in tal senso.
  • Qual è il capitolato di gara?
  • Come si farà ad espletare una gara sopra soglia in meno di un mese? 
  • Come potrà partite il servizio di refezione entro un mese?
  • Il personale addetto al servizio nell’appalto concluso che fine farà?

È inconcepibile – conclude Arena – come si sia potuti arrivare ad inizio anno scolastico senza aver presumibilmente programmato, pianificato, istruito gli atti per garantire una partenza serena e condivisa della mensa scolastica. È facile dare la colpa alla burocrazia. Il calendario scolastico si conosceva da maggio: perché ridursi all’ultimo e non partire con le procedure per tempo?”