Dopo sette anni di indagini e di processo per aver difeso i lavoratori della ‘Gesù Fanciullo’ in una famosa vertenza a fianco dei sindacati, dei 22 lavoratori e delle loro famiglie messe da un giorno all’altro in mezzo alla strada da un licenziamento effettuato da don Fabio D’Addato, sono definitivamente archiviate, nonostante le richieste contrarie di don Fabio quale parte civile, tutti i tentativi di accusa per i reati amministrativi come tentata concussione e abuso di ufficio”. A parlare è Francesco Spina, accusato nel 2013 di violenza privata ai danni del sacerdote della parrocchia di San Silvestro, don Fabio D’Addato. La vicenda riguardava i licenziamenti di 22 dipendenti della scuola per l’infanzia ‘Gesù Fanciullo’ gestita dall’associazione laicale San Silvestro, di cui il parroco era presidente e legale rappresentante. Secondo l’accusa, Spina, abusando della qualità e dei poteri di sindaco, avrebbe fatto pressioni, minacciando anche di chiudere la scuola o di sospendere l’erogazione di contributi pubblici, affinché il personale licenziato fosse assunto dalla cooperativa sociale “Le Simpatiche Canaglie”.

“Il Giudice monocratico ha invero accertato che”, continua Spina, “difendendo i lavoratori che avevano diritto alla reintegrazione del posto di lavoro, pur non commettendo reati amministrativi, commisi quella che si chiama tentata violenza privata. La mia soddisfazione oggi è che, ancora una volta, nonostante ben due registratori portati sotto la tonaca da don Fabio D’Addato, non è emerso alcun interesse mio privato né alcun mio abuso, come ha confermato anche il p.m. che ha chiesto l’assoluzione completa, affermando che tenni fede al mio mandato di sindaco in perfetta buona fede e con l’unico scopo di difendere i 22 lavoratori (queste parole mi hanno dato una soddisfazione immensa che mi ha ripagato da tanti attacchi calunniosi). Rispetto, pur non condividendola, la sentenza del giudice monocratico che ha accertato la semplice tentata violenza privata, ma comunico fin d’ora che la sentenza, dopo il deposito delle motivazioni, verrà appellata in quanto rinunzierò alla ormai quasi intervenuta prescrizione perché si faccia luce su una vicenda che continua ancora oggi ad avere contorni non chiari, anche per non aver potuto reperire durante il dibattimento gli originali delle registrazioni depositati da don Fabio D’Addato presso la Guardia di Finanza di Bari”.

“I cittadini da questa vicenda hanno potuto capire che per difendere i più deboli, come quei 22 lavoratori licenziati purtroppo mai più riassunti, il sottoscritto non si tira mai indietro anche quando lo scontro con i più potenti diventa rischioso e oneroso. Sono queste le ragioni che mi hanno portato ben 3 volte a essere eletto sindaco”, conclude Francesco Spina, “e fin quando avrò forza e passione politica continuerò a servire con questo spirito la mia città con onestà e concretezza”.