Il presidente del movimento politico nazionale “Popolo delle Partite Iva”, il biscegliese Lino Ricchiuti, è intervenuto durante la puntata di Matrix, programma di approfondimento della seconda serata di Canale 5, andata in onda mercoledì 16 novembre e dedicata al concetto di “politicamente scorretto”.

Il conduttore della trasmissione, Nicola Porro, lo ha voluto in studio per consentirgli di chiarire le sue dichiarazioni, apparse anche sulle testate nazionali, in cui Ricchiuti denunciava la pressione di Stato e banche sulla beneficenza fatta all’indomani dei terremoti in Centro Italia di fine agosto e fine ottobre.

“Ci sono cose parse strane sin da subito, già dopo due giorni dalla prima scossa di fine agosto – ha iniziato Ricchiuti – quandoci hanno invitato a non mandare più, nelle zone terremotate, alimenti o vestiti, ma soldi. Anche il sindaco di Amatrice (Sergio Pirozzi, ndr), non fidandosi dei canali mainstream di beneficenza, ha aperto un conto corrente per le donazioni. Il problema è che i miei colleghi titolari di partita Iva non hanno più i conti correnti (perchè li hanno chiusi o se li sono visti bloccare da Equitalia) e quindi, per fare beneficenza avrebbero dovuto fare dei bonifici, per i quali, anche per importi piccoli, è prevista una commissione di 8-9 euro. Un punto, questo, che mi ha fatto davvero sobbalzare“.

“Un altro punto dolente è la pressione fiscale – ha continuato davanti al pubblico e agli opinionisti presenti in studio – invece di tenere tranquilli gli imprenditori colpiti dai danni causati dalle scosse, lo Stato ha semplicemente bloccato le cartelle esattoriali fino al 20 dicembre. Ci sono attività che non esistono più, paesi che non esistono più: molti miei colleghi non potranno certo onorare i loro debiti, come se dal 21 dicembre tutto si sarà automaticamente rimesso a posto”.

“Lo Stato faccia lo Stato – ha chiosato il leader del “Popolo delle Partite Iva” – perché noi siamo vessati da una valanga di tasse. Quando c’è da fare solidarietà noi la facciamo, ma come ho già detto nei giorni scorsi, non darò un euro in questo modo. Pensiamo ai soldi raccolti grazie alle accise sulla benzina dal terremoto del Belice: lo Stato ha guadagnato in quasi cinquant’anni circa 145 miliardi di euro e ne ha spesi solo 60. C’è da farsi qualche domanda”.

Incalzato da Porro, che gli ha chiesto di arrivare al punto finale del suo intervento, Ricchiuti ha concluso: “Io pago le tasse e non è possibile che debba essere la mia beneficenza a risolvere il problema. Visto che lo abbiamo abbondantemente pagato, attraverso le tasse stesse, è proprio lo Stato a doverlo fare”.

La posizione di Ricchiuti è stata definita “forte ma chiara” e “politicamente scorretta” da Porro, che ha chiesto una considerazione in merito a due degli ospiti della puntata, l’opinionista Giampiero Mughini e il fondatore della Comunità Exodus, don Antonio Mazzi. Il primo ha definito lecita la posizione del movimento rappresentato dall’imprenditore biscegliese pur ricordando che, visto il debito pubblico altissimo, lo Stato non può fronteggiare un certo tipo di emergenze senza l’aiuto economico derivato dalla beneficenza. Il secondo, invece, ha detto che pur rispettando questo tipo di opinione e riconoscendo il dovere da parte dello Stato di far fronte a questo tipo di emergenze con i propri mezzi economici, non deve venir meno il valore della beneficenza personale, che è e resta assolutamente fondamentale.