Nonostante siano state annullate, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, tutte le manifestazioni a sfondo sociale e culturale di questo periodo, l’Istituto di Istruzione Superiore “Sergio Cosmai”, nella Giornata della Memoria e dell’Impegno, ha voluto comunque celebrare la giornata in ricordo delle vittime delle mafie. In un video pubblicato sul sito web e su tutti i canali social associati all’Istituto, sono state idealmente raccolte le voci dei rappresentanti delle Istituzioni e di altri testimoni dell’operato di Sergio Cosmai che erano stati invitati a intervenire in un forum intitolato “A scuola da Sergio Cosmai: dieci anni dopo”, che si sarebbe dovuto tenere proprio oggi, 21 marzo 2020, presso l’istituto intitolato dieci anni fa in onore del nostro concittadino assassinato a Cosenza il 13 marzo 1985.
“La scuola è un Diritto di tutti e deve formare ai valori di democrazia, convivenza civile e cittadinanza attiva”, scrive il Dirigente Scolastico prof. Donato Musci. “Abbiate, cari ragazzi, sempre in mano la bussola della legalità e della giustizia e non perdete mai l’orientamento”. Anche il sindaco Angelantonio Angarano è intervenuto con un messaggio: “Nella nostra città abbiamo l’onore di avere un esempio da seguire: quello di un concittadino integerrimo, di sani principi, che credeva fortemente nella Giustizia come Sergio Cosmai. Il suo insegnamento è chiaro: non girarsi dall’altra parte dinanzi alle prevaricazioni, ai soprusi, alle ingiustizie. La mafia è anche un modo di pensare, un atteggiamento. E si insinua nella paura, nell’omertà e nel silenzio”.
Toccante il contributo della prof.ssa Tiziana Palazzo, vedova Cosmai: “I nostri cari non erano eroi, ma uomini coerenti, generosi e liberi, uomini in grado di trasformare le parole in fatti e, per questo, ritenuti scomodi. Benché privati della vita dalla ferocia criminale, il 21 marzo i loro nomi e il loro esempio riacquistano voce e ci indicano l’unica scelta da compiere, l’unica strada da seguire perché, uniti, si combatta per affermare l’imprescindibile valore della legalità che è Libertà”. Tra gli altri contributi anche quelli del dott. Giuseppe Altomare, direttore del carcere di Trani, di Simonetta Rubino, Presidente del Tribunale di sorveglianza di Bari, di Daniela Marcone, vicepresidente di “Libera”.
L’ultima testimonianza è tratta dal diario di una vittima pugliese della mafia, inviata dallo scrittore Francesco Minervini: “A me hanno tolto il respiro insieme al sorriso che mi è rimasto sul viso, il sorriso dell’ultima risata fatta quella sera. Però quel respiro non se lo sono potuti rubare. Quel respiro ce l’avete voi, che vivete e siete veri, non pupazzi, siete fatti di carne, di ossa e di pensieri… Sì, perché il respiro serve soprattutto alla testa, al pensiero, e voi dovete pensare: pensare che siete liberi, pensare che nessuno vi deve togliere niente della vostra vita, dei vostri diritti, del vostro posto nel mondo“.