A distanza di qualche settimana dal 25 novembre, giorno della mobilitazione contro la violenza sulle donne che ha visto impegnate diverse associazioni della nostra città con eventi di sensibilizzazione, Lucia Ferrante, presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Bisceglie, torna a parlare della necessità di un centro anti violenza. “Bisceglie non ha un Centro Anti Violenza, presente nel piano di zona tra Andria, Corato, Trani, ma solamente lo sportello antiviolenza da circa un anno”, si legge nel comunicato stampa. “Più volte la Commissione Pari Opportunità ha chiesto all’amministrazione comunale negli anni scorsi di poter esercitare un servizio di informazione ed accompagnamento delle donne in un percorso di eventuale denuncia all’autorità giudiziaria o di coinvolgere i vicini centri anti violenza, ma ormai lo sportello antiviolenza opera presso la struttura comunale”.
Una necessità, quella del centro anti violenza, che si fa sempre più urgente anche in seguito ai recenti fatti di cronaca. “Purtroppo la nostra Bisceglie nei giorni scorsi assurgeva agli onori della cronaca con un episodio di violenza perpetrato in danno di una giovane di diciannove anni. La reazione dei cittadini è stata dall’incredulità, alla preoccupazione, alla richiesta di maggior sicurezza. Richiesta che non può lasciare indifferenti e inerti gli organi preposti alla tutela ed alla sicurezza dei cittadini, uomini e donne, queste particolarmente deboli insieme ai ragazzi e bambini”. In un contesto che vede la Regione “finanziare nuovi centri anti violenza” e le forze dell’ordine “intervenire con efficacia organizzando uffici e personale femminile adeguatamente preparato”, Lucia Ferrante auspica anche per Bisceglie una riflessione comune che tenga conto “dell’intero panorama degli atti di violenza”.
“La Commissione Pari Opportunità del Comune di Bisceglie fin dall’insediamento, pur senza risorse, ha promosso iniziative di contrasto alla diffusa violenza contro le donne, in particolare con la Fidapa (Federazione Italiana Donne, Arti, Professioni e Affari), l’Adisco (Associazione Donatrici Italiane Sangue del Cordone Ombelicale), affrontando le tematiche culturali altresì con iniziative concrete anche sull’educazione culturale dell’uomo”, continua Lucia Ferrante. La presidente della commissione, allargando lo sguardo, si chiede allora: “che cosa rimane alle donne e per le donne nel futuro ?”.