Rivendicare la riforma della polizia locale italiana il cui ddl è giacente ancora in commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati da oltre trenta anni. E’ l’obiettivo del sindacato unitario lavoratori polizia locale (Sulpl), organizzazione sindacale più rappresentativa in Italia in termini di iscritti e di lavoratori appartenenti alla polizia locale, che ha organizzato una manifestazione lunedì 27 novembre, a Bari. I berretti bianchi, incontratisi in piazza Massari, in corteo si sono diretti fino a piazza Libertà dove si è tenuto un sit-in per evidenziare lo stato in cui versano i lavoratori appartenenti alla polizia locale. Successivamente hanno incontrato Antonio Decaro, presidente Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e sindaco di Bari. Alla manifestazione hanno partecipato diversi agenti biscegliesi. Sui punti salienti della riforma abbiamo ascoltato Gaetano De Vincenziis, Sovraintendente capo della polizia locale di Bisceglie e segretario Sulpl Bisceglie.
La polizia locale ricopre sul territorio un servizio di grande importanza, che si espleta in diversi interventi finalizzati al mantenimento della sicurezza urbana. Ancora oggi, però, i poliziotti locali si fanno carico di un grosso problema di identità, poiché non inquadrati come componenti reali dell’organo di polizia ma come “impiegati in divisa”, pur collaborando con le diverse forze dell’ordine o comunque correndo gli stessi rischi. Infatti, come riportato nei diversi ordinamenti militari, la Polizia locale si inquadra in una organizzazione di tipo paramilitare e non militare, come Carabinieri o Polizia di Stato.
Un “mobbing di stato”, come lo definisce il Sulpl, di cui la Polizia locale è vittima e che si traduce in una differenziazione a livello di professionalità e di attività rispetto alle altre forze dell’ordine. “Tra i diversi punti della riforma presentata in Parlamento”, spiega De Vincenziis, “spicca l’indispensabilità di rientrare in un contratto di natura pubblica e non locale. E’ necessario creare interconnessione e scambio informatico tra forze di polizia locale e forze di polizia sul territorio. Chiediamo, inoltre, di accedere alle banche dati della polizia statale affinché il servizio di protezione offerto ai cittadini venga svolto con maggiore professionalità. La possibilità di accedere all’ Sdi (Sistema di Indagine), che consentirà alle forze di polizia locale di poter conoscere i precedenti di persone controllate e di limitare, assieme alle altre forze statali, il fenomeno del terrorismo, è un altro dei punti cardine di questa riforma”.
“Occorre, inoltre, garantire ai componenti della Polizia locale”, aggiunge il delegato biscegliese del Sulpl, “gli stessi diritti di cui godono gli altri organi di polizia di stato. Come il riconoscimento di servizio e dell’equo indennizzo in caso di infortunio sul lavoro, il riconoscimento dello stato di categoria usurante e relativa pensione anticipata, la possibilità all’armamento nazionale e garanzia dell’organico delle forze di Polizia”. “Tutti questi diritti, se garantiti”, conclude De Vincenziis, “consentirebbero alla Polizia Locale di essere più efficiente ed efficace”.