Un piacevole incontro, quello di ieri mattina al liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Bisceglie, per ricordare il grande atleta Pietro Mennea con la proiezione del bellissimo video racconto inedito “Mennea segreto“, girato dalla giornalista e sua grande amica Emanuela Audisio. A moderare l’incontro i professori Rosa Leuci, del Circolo dei Lettori – Presìdio del Libro, e Luigi De Pinto, Funzione Strumentale Area Studenti. Sono intervenuti Eusebio Haliti, atleta biscegliese e campione italiano sui 400 metri ostacoli nel 2013 e Ruggiero Mennea, cugino del campione barlettano e delegato della fondazione Pietro Mennea Onlus.

“E’ sempre un piacere ed un onore ricordare il grande Pietro Mennea – ha affermato Haliti -. Solo l’impegno quotidiano ed i sacrifici portano i risultati, l’impegno nello sport è parallelo all’impegno nella vita. Per me rappresentare il mio paese, l’Italia, a livello internazionale regala sempre forti emozioni. Ho corso a Mosca sulla stessa pista dove Mennea ha vinto l’oro olimpico nel 1980 e ricorderò per sempre quel momento”.

Una testimonianza più intima ed emozionante quella di Ruggiero Mennea: “Il nostro era un solido rapporto fraterno, mi ha insegnato a dire sempre la verità. Lui senza scorciatoie è riuscito a scalare la vetta dello sport mondiale, prendendosi il mondo. Della sua vita privata si sa molto poco, era un tipo schivo. Aveva un carattere parecchio difficile e faceva fatica a fidarsi delle persone che lo circondavano – ha continuato Mennea -. Ostinato e competitivo in tutte le cose che faceva con una voglia smisurata di conoscere, ed un entusiasmo, seppur non troppo evidente, contagioso”.

Nel documentario viene raccontato l’uomo Pietro Mennea ricco di veri valori ed emerge il suo lato umano. Vengono svelati aspetti sconosciuti al pubblico, come il dito alzato al cielo dopo ogni vittoria per ringraziare sempre Dio. La sua è una bella storia ma piena di sacrifici. Costretto a trasferirsi a Formia. Questo centro federale diventerà presto la sua seconda casa, qui inizierà a costruire la sua brillante carriera con estenuanti allenamenti quotidiani, facendo del sacrificio la sua regola di vita. Sono tanti gli snodi cruciali della sua vita, il più importante fra tutti il record mondiale sui 200 metri con il mitico tempo di 19’72’’, ottenuto alle Universiadi di Città del Messico del 1979, che gli consente di raggiungere e superare il suo obiettivo ed idolo di gioventù, Tommy Smith, diventando l’uomo più veloce del mondo. “La fatica non è mai sprecata, soffri ma sogni” il suo motto che lo spingeva a dare sempre tutto.

Al termine della sua carriera agonistica ha conseguito 4 lauree e si è prodigato con tutto se stesso nella politica e nel sociale, aiutando i bambini, visti come l’elemento debole della società. Ha fondato, quindi, con la moglie la onlus che prende il suo nome affinché questa si occupasse di loro, regalando loro un futuro migliore.

Infine il rapporto di amore ed odio con la sua città, Barletta, alla quale lui ha dato tanto ma non ha avuto altrettanto in cambio. Questo resterà per sempre l’aspetto più doloroso della sua vita.

Il suo armadio è ancora pieno di scarpe da corsa, la “freccia del sud” non smetterà mai di correre. Grazie Pietro.