Con non poco stupore apprendiamo dall’amministrazione comunale che Michele Placido sta dirigendo un “laboratorio di cinematografia” a Palazzo Tupputi. Lo apprendiamo da un comunicato stampa, datato 15 febbraio, del portavoce del sindaco Spina che, sottolineiamo, non informa i media e la cittadinanza dell’imminente inizio del laboratorio ma, dando per scontate molte cose che in realtà scontate non sono, rende nota la visita del primo cittadino al regista a Palazzo Tupputi (foto in alto). Ecco il testo integrale del comunicato stampa:
In occasione dell’inizio delle riprese del “cantiere cinematografico” che Michele Placido sta dirigendo nel palazzo Tupputi di Bisceglie, il sindaco Francesco Spina ha salutato il regista impegnato nel laboratorio di cinematografia. “Aver recuperato palazzo Tupputi rappresenta per noi un grande sogno che si avvera – ha dichiarato il sindaco Spina – consegniamo alla città uno splendido palazzo che diventa un prestigioso contenitore culturale. Già sede del Laboratorio Urbano STEAM, set cinematografico, location della mostra su Kusturica, in questi giorni i suoi ambienti accolgono i partecipanti al laboratorio diretto da Michele Placido. A pochi mesi dalla sua riapertura riponiamo grandi aspettative nell’impulso che il nostro palazzo Tupputi potrà dare alla vita culturale di Bisceglie”.
La prima domanda che verrebbe da porsi è: Michele Placido dirige un laboratorio cinematografico nella nostra città, una splendida opportunità di crescita culturale e tecnica per molti addetti ai lavori, e non è stato comunicato nulla a nessuno? Perché? Nulla è stato comunicato alla stampa (eppure tre mesi fa avevamo chiesto pubblicamente, senza avere alcuna risposta, che fine avessero fatto i laboratori teatrali di Placido, leggi qui). Né tantomeno ci risultano atti ufficiali pubblicati sull’albo pretorio, manifesti informativi affissi sugli spazi comunali o qualsivoglia altra forma di comunicazione.
Ricordiamo che la delibera di giunta n. 172 del 31 maggio 2014, con la quale si stanziavano 160mila euro per contribuire alla realizzazione del film “La scelta”, prodotto da Charlot e Goldenart Productions, diretto da Michele Placido, stabiliva che tale somma sarebbe servita, tra le altre cose, per contribuire “all’attuazione di progetti relativi a laboratori teatrali destinati a giovani artisti locali”. È legittimo quindi chiedersi chi stia partecipando al laboratorio diretto da Placido, come sia stato selezionato e se vi sia la possibilità ancora di iscriversi per chi fosse interessato (immaginiamo in tanti).
Non chiarisce i dubbi il comunicato stampa di presentazione del laboratorio firmato da Carlo Bruni, direttore artistico del Sistema Garibaldi. “Varrà la pena superare un rischio di fraintendimento. Questo laboratorio, che certamente avrà ricadute formative per chi vi prenderà parte, non è uno stage ma un piccolo cantiere di lavoro”, scrive Bruni. “Fuori dai contorni narrativi di un film, esso è destinato a lasciare una traccia concreta del rapporto fra un regista, Michele Placido e la città che lo ha ospitato: Bisceglie. Il suo esito sarà frutto dell’incontro con professionalità che agiscono sul territorio e in particolare con gli operatori del Laboratorio Urbano. Nascerà da una ricognizione di alcune figure che Placido ha riconosciuto come segni di un carattere cittadino, svincolato da riferimenti filologici, folclorici o istituzionali. Con la parzialità dovuta a una conoscenza limitata, ma la spontaneità che proprio questa limitatezza comporta e lo sguardo sensibile di un artista, questo cantiere impaginerà le tracce di un incontro” (leggi qui il comunicato integrale di Carlo Bruni, dall’intestazione del quale si desume che il laboratorio si intitoli “Via cardinale Dell’Olio. Corrispondenze da una città sul mare”, un cantiere cinematografico diretto da Michele Placido. 11 – 21 febbraio 2015 via Cardinale Dell’Olio, 30).
Cosa si intende per “cantiere di lavoro”? Come si svolge e in cosa consiste? Chi sono le professionalità che agiscono sul territorio che vi fanno parte? A che titolo? Questo “laboratorio di cinematografia” o “cantiere di lavoro” o “cantiere cinematografico” (tutte definizioni usate nei comunicati del sindaco e di Carlo Bruni) fa parte dei “progetti relativi a laboratori teatrali destinati a giovani artisti locali” di cui parla la succitata delibera? È aperto a tutti? Come ci si iscrive? Per fare chiarezza sarebbe opportuno che il sindaco Francesco Spina o Carlo Bruni rispondessero a queste domande.