Lo scorso 28 novembre l’Unesco ha ufficialmente dichiarato i muretti a secco “patrimonio dell’Umanità”, perché “elemento di relazione armoniosa tra l’uomo e la natura”. Alla luce di ciò, il gruppo Ripalta Area Protetta e la federazione Pro Natura sono tornati a denunciare le “condizioni inaccettabili in cui versano gran parte dei muretti a secco della nostra città rispetto alla loro effettiva importanza”. “La costa sud ne è l’esempio più sconcertante.”, si legge in una nota stampa firmata da Mauro Sasso e Licia Pasquale. “Basterebbe farsi una passeggiata per rendersi conto dello stato di incuria ed abbandono, della mancata consapevolezza di ciò che abbiamo e del suo valore”.
I muretti a secco rappresentano quindi un elemento costituente imprescindibile del nostro scenario paesaggistico, “di cui se ne sminuisce spesso l’importanza, pur essendo rintracciabile in quasi tutte le tradizioni culturali del passato”. L’appello di Pro Natura all’amministrazione comunale è quindi quello di rinunciare a “progetti spot” per muoversi invece nella direzione di “catalogare e censire questo patrimonio al fine di tutelarlo e restituirlo alla popolazione biscegliese, finanziando progetti di restauro ambientale e paesaggistico”.
“Basterebbe passeggiare soltanto per un brevissimo tratto sulla malandata ex pista ciclabile, oramai distrutta in quanto priva di manutenzione e sorveglianza, che conduce alle Grotte di Ripalta, per apprezzare la bellezza del paesaggio costiero: è mai possibile che tale ricchezza risieda in uno stato di deplorevole abbandono?”, si chiedono gli esponenti del comitato ambientalista. “È davvero così difficile preservare l’identità della nostra cultura contadina? In questa zona sono visibili ruderi di architettura rurale ridotti a mucchi di pietre, nascosti dalla vegetazione dei fichi d’india, dei rovi o degli olivi che disegnano intorno alle rovine un quadro suggestivo e malinconico”.