Si è svolto ieri sera, venerdì 18 marzo, presso Palazzo Tupputi, il dibattito organizzato dal Rotary Club di Bisceglie incentrato sul tema della mutilazione genitale femmine, sul quale è fondamentale fare chiarezza e informazione specialmente nel mese dedicato alla festa Andrea Iacomini 2della donna. Un tema che, nonostante ci possa sembrare distante dalla nostra quotidianità di cittadini europei, rappresenta ancora oggi una piaga largamente diffusa in gran parte del mondo, riconosciuta ufficialmente nel 1993 (forse troppo tardi) come “una forma di violenza contro le donne” dalla Legislazione internazionale dei diritti umani. Ospite di eccezione della serata è stato Andrea Iacomini, giovane portavoce di UNICEF Italia, giornalista e scrittore protagonista di numerose missioni sul campo in Ghana, Sierra Leone, Libano, Siria, Giordania e Iraq. A dare il proprio contribuito al dibattito anche il presidente designato Rotary Caterina Bruni, che ha brevemente ripercorso la storia di soprusi e angherie che le donne hanno dovuto sopportare prima della loro definitiva (o forse non ancora) emancipazione. La dott.ssa Sonia Storelli ha invece analizzato il fenomeno della mutilazione genitale da un punto di vista prevalentemente clinico, spiegando al pubblico le atroci (e artigianali) operazioni chirurgiche cui vanno incontro le giovani ragazze africane e asiatiche.

Le motivazioni che inducono alla mutilazione sono le più varie: se per alcune popolazioni è ritenuta un fondamentale momento iniziatico nella vita della donna, in grado (secondo false credenze medico-sanitarie) di stimolare la fertilità femminile, Andrea Iacomini 3per altre invece assume un valore di oppressione e soggiogamento, mirato allo sradicamento della sessualità del soggetto interessato. Ancora, come spesso accade in questo casi, mistificanti letture dei testi sacri hanno portato alcune religioni a credere che la pratica della mutilazione genitale femminile sia prevista e tollerata, se non addirittura consigliata, dai testi di riferimento del proprio culto. Anche nel 2016, come ricordato da Iacomini, in un mondo che dovrebbe progredire verso una naturale evoluzione sociale e culturale, sono più di 200 milioni le donne vittime di mutilazione (ben 70 milioni in più rispetto a due anni fa), specialmente quelle appartenenti al continente africano e, in più piccola parte, a quello asiatico. Ad essere interessate da questa pratica crudele sono principalmente ragazzine tra i 4 e i 14 anni di età, ma non mancano in Paesi come Eritrea e Yemen casi di mutilazione su bambine con età inferiore ai 12 mesi di vita.

Una pratica che, data la sua estesa diffusione, deve essere contrastata con tutti i mezzi a disposizione, per salvaguardare le donne di questi Paesi da gravi complicanze non solo psicologiche, ma mediche, come una maggiore vulnerabilità ad HIV/AIDS, epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza e maggiore rischio di mortalità materna. Sarebbe sbagliato e riduttivo, però, confinare il problema ai soli continenti africano e asiatico, in quanto, a causa dei forti flussi migratori, anche in Europa sono migliaia le ragazze attualmente a rischio. Esempio emblematico è sicuramente la Gran Bretagna, la nazione europea con la comunità somala più ampia del continente. In Somalia il fenomeno della mutilazione raggiunge picchi spaventosi, con circa il 98% delle donne coinvolte, e per questo si è reso necessario un rafforzamento delle politiche atte a scoraggiare eventuali nuovi casi, introducendo la denuncia obbligatoria alla polizia da parte dei medici che si imbattono in minorenni vittime di mutilazione, pena la sospensione o il licenziamento.

A fare gli onori di casa il presidente Rotary Club di Bisceglie Girolamo Dell’Orco. Il vicesindaco Vittorio Fata è inoltre intervenuto per portare i saluti dell’amministrazione comunale.