“Per l’oasi protetta non è concepibile l’adozione di soluzioni tampone, come il prolungamento delle condotte, ma è opportuno l’utilizzo delle migliori tecnologie e di un impianto di affinamento delle acque reflue, discorso valido per tutto il territorio pugliese, come a Bisceglie e Manduria”.
Lo ha dichiarato il vicepresidente del consiglio regionale pugliese, Nino Marmo (Fi), che oggi ha ricevuto, insieme con il presidente dell’assemblea regionale, Onofrio Introna, e ai capigruppo, una delegazione di manifestanti che protestavano per lo scarico dei reflui industriali nella riserva naturale di Torre Guaceto.
Osservazioni, quelle di Nino Marmo, riferite al caso di Torre Guaceto ma estendibili, come egli stesso ha sottolineato, anche a Bisceglie, ove procede l’iter per la realizzazione della condotta sottomarina di scarico dei reflui dei comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi, in località Torre Calderina, area peraltro coinvolta dall’istituzione dell’Area Marina Protetta intercomunale Bisceglie-Molfetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina.
La posizione di Marmo è simile, quindi, a quella del Movimento 5 Stelle. Recentemente, difatti, i deputati pentastellati Giuseppe D’Ambrosio, Giuseppe Brescia, Emanuele Scagliusi, Diego De Lorenzis, Francesco Cariello e Giuseppe L’Abbate hanno chiesto al Presidente dell’Autorità Idrica Pugliese, Paolo Perrone, di convocare una conferenza di servizi e di disporre che l’Acquedotto Pugliese sospenda, in via cautelare, il bando di gara per la progettazione e l’esecuzione della condotta sottomarina. Anche i parlamentari del M5S, come il vicepresidente del consiglio regionale, spingono per il riutilizzo delle acque reflue dei depuratori, previo adeguamento e potenziamento degli impianti, così da recuperare la preziosa risorsa idrica, smettere di inquinare irresponsabilmente suolo e mare con reflui non correttamente trattati e quindi nocivi per l’ambiente e la salute (leggi qui).
Chissà che su questo argomento non nasca un asse Movimento 5 Stelle-Forza Italia.