“Oggi vorremo esaltare simbolicamente il muretto a secco come emblema della tutela del nostro territorio. Questo ingegnoso frutto del sapere contadino non è semplicemente un elemento caratteristico del paesaggio pugliese, ma è soprattutto una ‘infrastruttura’, nata dall’esigenza di contenere la forza della natura a proprio vantaggio, senza alterarne gli equilibri”, prende avvio così la lettera inviataci dallo staff dell’associazione Bisceglie Vecchia Extramoenia, impegnata nella tutela e nella salvaguardia del territorio locale fuori le mura, commentando la terribile inondazione che ha messo in ginocchio numerose aziende biscegliesi.

“Quella che potrebbe sembrare una riflessione astratta non lo è affatto, se si pensa che gli ingenti danni subiti nella zona produttiva sono imputabili al cattivo deflusso delle acque meteoriche. Certamente la situazione è piuttosto complessa – tengono a precisare dallo staff Bve -, tuttavia la massiccia distruzione dei muretti a secco, sostituiti da opere in cemento, ha contribuito sensibilmente all’alterazione dell’articolato ma efficace meccanismo di drenaggio che l’uomo aveva messo in piedi nel corso di centinaia di anni“.

E continuano: “Il sapere popolare, stratificatosi nella lenta ma preziosa esperienza quotidiana, è oggi quasi del tutto dissipato, a causa dell’ignoranza e dell’arroganza di una classe politica che da decenni si è accanita sul nostro territorio promettendo un futuro di benessere e che oggi invece si presenta ai cittadini con un conto salatissimo da pagare. Il pensiero non può non andare a tutti quegli imprenditori e lavoratori che hanno subito danni ingentissimi a causa della pioggia. Non possiamo pretendere che un semplice cittadino abbia sempre coscienza di cosa significhi rispettare l’ambiente, ma dobbiamo pretenderlo da chi ci governa“.

“La cementificazione – mettono in evidenza i responsabili della realtà associativa – è un problema che riguarda tutti, nessuno escluso, e nell’ottica di questo drammatico episodio, appare ancora più assurdo poter pensare di continuare sulla vecchia strada. Il Comune di Bisceglie, ed in particolare l’attuale amministrazione, sta spingendo da tempo per l’espansione dell’area industriale in zona Lama di Macina. Il primo intervento già portato a termine è proprio quello in via Lama di Macina, che ha visto il consueto abbattimento di numerosi ulivi e la distruzione di centinaia di metri di muretti a secco. L’opera, finanziata interamente dalla Regione Puglia, si presenta come testa di ponte verso il ben più invasivo piano di espansione della zona artigianale che, da quanto si evince dal nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), prevede la cementificazione di 250 ettari di suolo agricolo, su ‘area che, oltre a presentare forti criticità dal punto di vista idrogeologico, è ricchissima di testimonianze storico-architettoniche e paesaggistiche”.

E in conclusione: “Quando la bufera sarà passata, si farà di tutto per dimenticare quanto è accaduto. Ed è per questo che è necessario continuare a mantenere alta l’attenzione, ragionando seriamente su come garantirci un futuro di benessere mantenendo un religioso rispetto verso il nostro territorio. Oggi come ieri, non possiamo più permetterci di sbagliare“.