È stata pescata qualche giorno fa dal motopeschereccio biscegliese “Nuova Giovanna” la centesima tartaruga del 2016. L’animale, chiamato “Eritrea” è stato, come sempre, portato nel Centro di Recupero Tartarughe Marine a Molfetta dove il biologo marino Pasquale Salvemini, responsabile del centro, ha potuto prestare all’animale le dovute cure.
100 tartarughe salvate in due mesi è un numero importantissimo se si considera che ogni anno in tutto il Mediterraneo vengono catturate ben 130.000 tartarughe marine e che circa un terzo degli esemplari catturati non sopravvive; ad esprimersi in proposito è Donatella Bianchi, Presidente della sezione italiana del WWF e conduttrice del programma televisivo “Linea Blu”, che esprime un parere favorevole riguardo l’operato della marineria pugliese – ed in particolare quella delle città di Bisceglie, Molfetta e Monopoli: “L’esperienza di Molfetta [..] è un esempio straordinario di sinergia tra istituzioni, operatori della pesca, della ricerca e del soccorso. Ma il nostro grazie va soprattutto ai pescatori che rendono possibile questo risultato. Solo pochi anni fa catturare una tartaruga marina era sinonimo di cattiva pesca, oggi, grazie alla crescente sensibilità dei pescatori che rispettano il mare e operano nella piena legalità nonostante le difficoltà che il settore attraversa, è un’occasione per proteggere il mare”
L’azione di recupero delle tartarughe si dimostra funzionale anche nell’ambito degli studi su questi animali; il dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari si è dedicato alacremente, negli ultimi tempi, allo studio della cosiddetta “malattia da decompressione”, grave patologia che affligge le tartarughe catturate negli strascichi e soggette ad una lunga apnea (le Caretta Caretta hanno bisogno di risalire a galla per respirare). Il Professor Antonio di Bello, coordinatore delle ricerche, afferma che “Le tartarughe marine non vanno mai liberate immediatamente in mare ma conferite ad un centro di recupero, con esperti in grado di stabilire diagnosi e cura. Inoltre sono essenziali per la sopravvivenza delle tartarughe marine ulteriori studi mirati e approfonditi sull’embolia gassosa da MDD, allo scopo di individuare la terapia più idonea”.
Un plauso particolare va dunque ai pescherecci biscegliesi ed in particolare alla Nuova Giovanna (tra l’altro una delle prime imbarcazioni a collaborare con Salvemini) con la speranza che l’opera di salvaguardia dell’ambiente marittimo possa farsi più intensa con l’imminente trasferimento del Centro nella nostra città.