“Sussistono difficoltà oggettive per l’istituzione dell’area marina protetta Grotte di Ripalta – Torre Calderina e, quindi, per la prosecuzione del relativo iter avviato nel 2013 a causa di un degrado ambientale rilevante e non risolvibile nel breve-medio periodo”. È quanto ha riferito il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti (foto a destra), rispondendo ad un quesito del deputato Salvatore Matarrese (Scelta Civica) nel question time in VIII Commissione Ambiente. A renderlo noto è lo stesso onorevole: “chiedevo di tutelare il litorale di Ripalta oggetto di una insostenibile e costante situazione di inquinamento e di fornirmi notizie in merito allo stato di avanzamento della procedura di istituzione dell’area protetta che interessa il tratto di costa compreso tra i Comuni di Bisceglie e Molfetta”.
“In particolare”, spiega Matarrese (foto a sinistra), “il ministro ha riportato le risultanze dello studio condotto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr) dalle quali emergono diversi elementi di criticità ambientale ovvero: la presenza di due scarichi di depuratori e di due corsi d’acqua che collettano i reflui dei centri urbani di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi, oltre che di alcuni impianti di concia di pelli, riversati direttamente sulla battigia; un divieto di balneazione riguardante la quasi totalità delle acque costiere comprese tra le Grotte di Ripalta e Torre Calderina. E, ancora, la presenza diffusa di un tipo di alga tossica Ostreopsis ovata (dati del Monitoraggio quindicennale di Arpa Puglia) e la mancanza nell’area di particolari valenze naturalistiche, fatta eccezione per la presenza del Sic (sito di importanza comunitaria, ndr) del Posidonieto San Vito-Barletta, individuato per la presenza della farenogama Posidonia oceanica, la cui prateria però risulta ormai scomparsa nell’area oggetto di studio”.
“Il Ministero conclude riferendo che non è esclusa la possibilità di una graduale ripresa ecologica degli habitat marini attualmente compromessi, seppur non a breve termine, considerata la previsione di un progetto per la realizzazione di una condotta sottomarina per lo scarico dei reflui civili, causa del degrado ambientale rilevato”, riporta il parlamentare di Scelta Civica che commenta: “È davvero singolare che proprio in un’area dalle evidenti potenzialità ambientali si concentrino diversi collettori di scarico. Questo stato di fatto denota negligenza all’atto della localizzazione e della valutazione preventiva delle opere”.
“Altrettanto evidente è la mancanza di controlli e monitoraggi preventivi che hanno causato la compromissione dell’habitat marino. L’approfondimento della situazione, a seguito della nota inviata alla VIII Commissione, consentirà di verificare se vi saranno i presupposti per il ripristino dello stato dei luoghi con il miglioramento della situazione ambientale”, conclude il deputato montiano.