La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Grazia di Bari e il consigliere comunale di Bisceglie Enzo Amendolagine hanno dichiarato: “il reparto di cardiologia dell’Ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie rischia di chiudere nel silenzio generale dell’amministrazione comunale e delle altre forze politiche”. Timori simili sono stati espressi nei giorni scorsi dai sindacati, in particolare dalla Fials che aveva chiesto alla Asl Bt il blocco della sospensione dei ricoveri. Il direttore generale Asl Bt, Alessandro Delle Donne, aveva replicato ai sindacati parlando invece di “fase di crescita e riqualificazione” del nosocomio biscegliese. Le parole del direttore generale Asl Bt non sembrano però aver convinto i politici.
Negli scorsi giorni il consigliere comunale Amendolagine ha incontrato una delegazione di operatori sanitari per meglio comprendere la situazione in cui si trova il reparto di cardiologia del Vittorio Emanuele II. “Il regolamento Regionale n. 7 del 10 marzo 2017”, scrivono i Cinquestelle, “ha disposto la trasformazione della Cardiologia dell’Ospedale di Bisceglie in servizio ambulatoriale senza posti letto entro il 31 dicembre 2018”. Un successivo atto della Regione Puglia, la delibera di Giunta n.53, ha poi previsto “che la soppressione entro fine anno dei posti letto di cardiologia dei presidi di Bisceglie, Molfetta e Corato sia compensata con la futura realizzazione del nuovo ospedale di Andria – Corato e di quello di primo livello del Nord Barese nel triangolo Molfetta Terlizzi e Bisceglie”. Per i consiglieri del Movimento 5 Stelle “finché non saranno realizzati i nuovi ospedali nessun reparto dovrà essere chiuso. Condividiamo i timori espressi anche dai rappresentanti degli operatori sanitari: i tempi sicuramente non brevi di realizzazione dei due nuovi presidi e la contestuale soppressione entro l’anno dei reparti di cardiologia, come quello di Bisceglie, potrebbero determinare una pericolosa carenza di posti letto di cardiologia. Situazione preoccupante per un’area geografica molto estesa: circa 220.000 abitanti, considerando i comuni di Bisceglie, Molfetta, Trani, Terlizzi e Ruvo di Puglia”.
A preoccupare i pentastellati non c’è però solo la questione riguardante il reparto di Cardiologia “altra anomalia che emerge dal Regolamento Regionale”, secondo Amendolagine e Di Bari, “ è l’individuazione del Presidio
Ospedaliero Vittorio Emanuele II quale Ospedale di Base“. I consiglieri in quota M5S si chiedono come sia possibile che “un nosocomio con una dotazione di 178 posti letto e almeno 6 Unità Operative Specialistiche, analoga e in alcuni casi superiore ad altri presidi ospedalieri classificati “di primo livello”, possa essere declassato in questo modo? Siamo di fronte ad una compressione dell’ospedale di Bisceglie che prelude ad una chiusura immotivata? Queste scelte sono davvero funzionali alla tutela della salute dei cittadini del nord barese?”. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno quindi concluso annunciando che intraprenderanno “tutte le azioni necessarie nei confronti del Presidente Emiliano e della sua Giunta per avere risposte più precise sulla vicenda, proponendo anche la riqualificazione del Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele II quale “Ospedale di primo livello”. In questo modo sarebbe possibile anche salvare i 12 posti letto di cardiologia dell’Ospedale di Bisceglie”.
In linea con la richiesta dei Cinquestelle per l’ospedale di Bisceglie anche il consigliere regionale barlettano in quota Pd Ruggero Mennea. Per l’esponente democratico “considerata la situazione delle strutture ospedaliere nella Bat e nel Nord Barese, dove i nuovi ospedali non saranno realizzati in tempi brevi, occorre riqualificare il presidio ospedaliero di Bisceglie portandolo da ospedale di base a ospedale di primo livello e mantenere i 12 posti letto dell’unità di Cardiologia. Questo, almeno sino a quando non sarà portata a termine la costruzione del nuovo presidio del Nord Barese”.
Il consigliere Mennea insiste sottolineando anche come “la situazione assistenziale pugliese vede, al momento, la provincia di Barletta-Andria-Trani penalizzata per la Cardiologia, con il minor numero di posti letto in rapporto alla popolazione”. Anche secondo Mennea quindi “la realizzazione dei nuovi ospedali di Andria-Corato e del Nord Barese richiederà tempi lunghi, comunque non congrui con la prossima chiusura delle unità di Cardiologia prevista entro il prossimo 31 dicembre a Bisceglie, Corato e Molfetta. Peraltro l’ospedale di Bisceglie risulta ospedale base, al contrario di quello di Corato, classificato di primo livello nonostante l’assenza della Rianimazione. Bisceglie ha più posti letto di Corato (178 contro 102) e almeno sei unità operative specialistiche, tra cui la Terapia intensiva. Per questo”, ha concluso il consigliere Pd, “chiedo che il nosocomio biscegliese sia diversamente qualificato, rendendo possibile offrire in questa struttura l’assistenza necessaria a un bacino di 220mila pazienti, almeno fino alla realizzazione del nuovo ospedale del Nord Barese”.