È stato un incontro ricco di spunti quello andato in scena nel tardo pomeriggio di giovedì 9 giugno nella Sala degli Specchi di Palazzo Tupputi. Nodo centrale della discussione la ricerca di soluzioni per l’agricoltura, dal recupero delle acque reflue al riutilizzo dei fanghi derivati dalla depurazione delle acque stesse.
L’incontro, intitolato “Acque reflue e fanghi da depurazione: una risorsa per l’agricoltura. Quali possibili vantaggi per Bisceglie?” è stato promosso dall’organizzazione di produttori Arca Fruit con il patrocinio del Comune di Bisceglie.
Sono intervenuti per il Comune di Bisceglie il sindaco Francesco Spina, per Arca Fruit il presidente Sergio Curci e il direttore tecnico Gianni Porcelli, per la Regione Puglia l’assessore a infrastrutture, mobilità, lavori pubblici e difesa del suolo Giovanni Giannini, il dirigente della sezione Risorse Idriche, Luca Limongelli e il responsabile Fondi comunitari Michele Calderoni.
Brevi saluti anche da parte del consigliere regionale Ruggiero Mennea e del consigliere comunale con delega all’agricoltura Enzo Di Pierro. Tra gli altri presenti, anche gli assessori comunali Gianni Abascià e Carmelo Fuoco, e il presidente del Gal Ponte Lama Antonio Piazzolla.
“Questo incontro è il fulcro di una riflessione già in atto tra il Comune e la Regione Puglia – ha dichiarato, introducendo la serata, il sindaco Spina – Enti già al lavoro da tempo, come dimostrato dai lavori di ampliamento della capacità del depuratore di Lama di Macina e dal progetto comunale di recupero dei reflui, un progetto che speriamo sia accolto positivamente in Regione, per poter rendere un servizio migliore ai nostri agricoltori”.
“Il 70% dell’acqua presente sul pianeta è utilizzato in agricoltura – ha poi continuato, sempre in fase introduttiva, Sergio Curci – perciò è evidente il bisogno, da parte di noi agricoltori, di averne in grande quantità, ottimizzando risorse e costi. Non è da meno, poi, il ruolo dei fanghi: facciamo da sempre il grande errore di ‘esportarli’, credendoli escrementi. Invece, la loro ricchezza è nell’azoto e nel fosforo che contengono naturalmente. Con una progettualità precisa, tutto ciò può tramutarsi in più risorse, più ricchezza, più lavoro“.
Dopo le introduzioni si è passati poi agli interventi tecnici: “Il percorso che abbiamo in mente ha avuto inizio nel 2013 – ha dichiarato Michele Calderoni – anno in cui, grazie all’aiuto determinante dei Ministeri dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, abbiamo potuto costruire la base per i lavori al depuratore e alla condotta sottomarina di Torre Calderina, quest’ultimo in fase di chiusura di valutazione dell’impatto ambientale, progetti che valgono rispettivamente 4 e 13 milioni di euro“.
“Per quanto riguarda i fondi comunitari siamo all’ultima chance – ha concluso il responsabile regionale – e dobbiamo assolutamente sfruttarla. Per questo abbiamo pensato ad un bando subordinato a una richiesta di manifestazione d’interesse. Bisceglie è stata una delle prime realtà a recepirla, e il prossimo 16 giugno discuteremo in Regione proprio con il sindaco Spina, in sede ufficiale, sul progetto di cui ha appena parlato“.
“Come Regione non abbiamo risorse infinite – ha detto Luca Limongelli proseguendo il discorso di Calderoni – Per cercare di venire incontro proprio alle richieste dell’Unione Europea, abbiamo proposto ai comuni di presentare dei progetti e finora abbiamo avuto circa cinquantacinque richieste, ciascuna da valutare attentamente”.
“La nostra priorità – ha continuato – è quella di potenziare chi già ha un impianto di depurazione funzionante, per far si che questo stesso potenziamento ‘tiri a sé’ quello di comuni ad oggi meno virtuosi. La nostra pretesa è quella di analizzare gli impianti uno ad uno, e confrontare i nostri dati con quelli raccolti dall’Arpa”.
L’ultimo intervento tecnico è stato curato da Gianni Porcelli: “Dobbiamo inquadrare concretamente i problemi delle nostre campagne – ha detto – la salinizzazione delle falde acquifere è uno dei più evidenti, vista anche la nostra vicinanza alla costa. Poi ci sono i due corsi d’acqua che arrivano da Terlizzi e Corato, uno scempio ambientale disastroso“.
“Questo è un territorio di persone che hanno voglia di lavorare e rimboccarsi le maniche – ha poi concluso – Abbiamo bisogno di un tavolo tecnico che ammetta risorse Fesr, Psr e anche degli stessi agricoltori, che non si tirano certo indietro quando c’è da investire“.
Non solo belle parole però. Gli animi si sono brevemente accesi quando, durante lo spazio dedicato agli interventi del pubblico, ha preso la parola Titti Mastrapasqua, attivista del comitato Cittadini a 5 Stelle in Movimento a Bisceglie, da tempo in aperta polemica con la realizzazione della condotta sottomarina, che ha invitato la Regione a “fare un passo indietro“ e il sindaco a “Fare ricorso al Tar contro il parere positivo per la realizzazione di una discarica di liquami in mare, per dire no come hanno fatto altre città come Nardò, Manduria e Porto Cesareo“.
Pronta la risposta di Limongelli: “La condotta sottomarina è semplicemente una modalità di scarico – ha detto – la scelta di Torre Calderina era funzionale alla balneabilità della costa biscegliese, essendoci le ordinanze che impediscono la balneazione ad un raggio molto ampio rispetto allo scarico stesso”.
L’assessore Giannini ha poi continuato, deciso: “Da più di trent’anni si parla di riutilizzo delle acque, nonostante decine di impianti inutilizzati. Noi non raccogliamo le vostre provocazioni, andiamo avanti come un treno. Quelli che si lamentano non sanno che paghiamo centinaia di migliaia di euro ogni giorno a causa di infrazioni alle leggi europee. Le realtà citate, quelle che hanno rifiutato i progetti di condotta di scarico, praticamente galleggiano sugli escrementi“.
Più pacata la reazione di Spina, che ha cercato di sedare gli animi ricordando comunque una certa unità d’intenti in materia di riutilizzo delle acque e di lotta all’inquinamento proprio con i 5 Stelle, ma aggiungendo anche che “pur non sottraendomi alla discussione, ribadisco che è giusto confrontarsi e anche avere opinioni differenti, ma voglio ricordare che i ricorsi possono partire anche da singole associazioni o comitati”.
Giannini ha poi ripreso la parola per l’intervento conclusivo della serata: “La rivoluzione che abbiamo in mente in materia di sviluppo della Puglia passa da cinque parole chiave: acqua, ambiente, economia, agricoltura e paesaggio. Stiamo tentando, con importanti sforzi, di recuperare le acque senza sprecarle né tantomeno acquistarle. Prepariamo tavoli tecnici, piani di gestione, incontri con i soggetti interessati e incentivi agli stessi”.
“Stiamo cercando di fare qualcosa di straordinario, cercando di coinvolgere il maggior numero possibile di realtà pugliesi per risolvere questioni che affliggono la nostra terra da decenni – ha poi dichiarato l’assessore regionale in chiusura di serata – creando le condizioni per cui le due risorse maggiori della regione, cioè agricoltura e turismo, siano sempre più in grado di reggere la nostra economia, rendendola competitiva e portandola al primo posto in Italia. Possiamo riuscire in questa impresa“.