La sezione “Antonio Gramsci” di Bisceglie del Partito Comunista d’Italia (PCdI) ha diffuso un comunicato in cui critica l’amministrazione comunale e, più in generale, anche il Governo Renzi, sull’impatto della Tari sulle famiglie biscegliesi.
“Gli importi sono esagerati, assurdi, inaccettabili, insostenibili – sostengono i referenti PCdI – poiché si va dalle diverse centinaia alle migliaia di euro (…) Il tutto, in un periodo di grave crisi economica. Molte famiglie, infatti, non sanno come pagare e le imprese, specie i piccoli imprenditori ed i commercianti, vedono aumentare a dismisura i loro costi di gestione, con grave pericolo per le attività”.
“Chi ringraziare per questo ‘regalo’? – proseguono nel comunicato – Innanzitutto, il Governo Renzi e i partiti che lo sostengono, che a Roma votano gli aumenti dei tributi e a Bisceglie si ‘oppongono’. La Legge di Stabilità 2016 abolisce l’Imu sulla prima casa (cosa già fatta dal Governo Prodi) anche per i più ricchi e prevede una nuova stangata per i cittadini, nel mentre proseguono i tagli rilevanti delle risorse ai danni degli enti locali“.
I comunisti si concentrano poi sulle potenziali cause degli aumenti alla tassa sui rifiuti: “Il decreto Enti Locali (convertito con la Legge n.125/2015) prevede che la Tari debba garantire ‘la copertura integrale dei costi’ del sevizio rifiuti, anche di quelli degli anni passati che non sono stati riscossi. Di qui l’impennata delle tariffe, con l’aggravante che chi ha sempre pagato dovrà pagare due volte: per sé e per coprire il deficit eventuale delle casse comunali. Inoltre, una parte del gettito andrà alle province, come in passato”.
I referenti della sezione locale del PCdI poi si concentrano sulle agevolazioni, a loro dire insufficienti e su quelle che, a loro modo di vedere, sono le “colpe” del Comune: “L’amministrazione comunale di Bisceglie avrebbe dovuto, in primo luogo, spiegare il perché degli aumenti tariffari e denunciare le responsabilità di un Governo nazionale che si vanta inopinatamente di ‘tagliare le tasse’ (…) Inoltre, avrebbe dovuto meglio interloquire con il gestore del servizio, per capire se il piano finanziario redatto rispecchiasse i costi reali e dove fosse possibile abbattere i costi del servizio che influenzano le tariffe”.
In conclusione, la sezione locale del Partito propone alcuni suggerimenti: “Bisogna urgentemente rimodulare le tariffe per tenere conto delle difficoltà economiche delle famiglie, dei giovani, dei disoccupati e dei pensionati e per non strozzare le attività economiche, già in grande sofferenza. In ultimo, vale sempre il principio ‘pagare tutti, pagare meno’, evitando di penalizzare doppiamente i contribuenti virtuosi, che sono giustamente arrabbiati (…) È necessario che i nostri amministratori guardino con più attenzione alle problematiche tariffarie, per attuare soluzioni più eque e un servizio meno scadente“.