Ben tre record mondiali nell’atletica pesante, un record mondiale per lo squat, sette premi conseguiti in diversi Paesi come Inghilterra, Belgio e Germania, sessant’anni di sollevamento pesi e 74 anni di età. Ecco alcuni numeri riguardanti Mauro Mastrapasqua, biscegliese appassionato di sfide agonistiche nel campo della pesistica.

Lo scorso 2 dicembre a Foggia sono arrivati gli ultimi trofei, in ordine cronologico, per squat, panca e stacco, tre degli esercizi più impegnativi per qualsiasi body builder. Mastrapasqua ha sbaragliato tutti i partecipanti della categoria 75kg conquistando tre primi posti che si aggiungono, dunque, al novero di coppe e medaglie conquistate nel corso di decenni di, per l’appunto, sfide. A Foggia gli organizzatori del comitato Associazioni Sportive Sociali Italiane hanno conferito a Mastrapasqua il premio per meriti sportivi – coppa dei campioni Asi.

“Ho cominciato a sollevare pesi, per gioco, all’età di 14 anni”, ci spiega con gli occhi e il cuore pieni di ricordi il signor Mauro, “poi con il passare del tempo ho voluto dimostrare a me stesso e a chi sapeva solo vantarsi e basta che potevo farcela”. Il ricordo più bello: “Ricordo che nei primi anni ’90, in Germania, quando in alcuni concorsi internazionali c’era il monopolio dei trionfi di atleti tedeschi, mi sono piazzato per anni al primo posto relegando gli ex primi tra secondo e terzo posto. E’ stato gratificante e appagante”.

Mauro Mastrapasqua, papà di tre figli e nonno, si allena ancora nel primo pomeriggio in una palestra della città di Bisceglie e ha voluto dimostrare, assecondando il suo spirito concreto (“Mi piace dimostrare, non raccontare e vantarmi”, ha tenuto a spiegarci), la sua forza ancora decisamente fervida e la sua passione ancora veemente con ben nove stacchi allo squat con un totale di 140 chili (che, teniamo a sottolinearlo, non rappresenta nemmeno il suo massimale che, ovviamente, si spinge anche oltre).

Il signor Mastrapasqua ci fa sapere anche di aver presentato domanda di partecipazione per la prossima stagione di “Tu sì que vales” per dimostrare, ancora una volta, che la passione e la forza di volontà non hanno limiti anagrafici.