Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa dell’avvocato Pietro Casella che rende noto di querelare Francesco Spina dopo le ultime dichiarazioni dell’ex sindaco su quella che sembra essere diventata una querelle infinita (leggi qui).

Ecco il testo integrale del comunicato stampa dell’avv. Casella:

“Ho letto con attenzione  misto a stupore  la replica dell’ex sindaco, collega Spina, sempre solerte e rapido, anzi rapidissimo con i suoi comunicati. Forse perché lui fa sempre e solo politica, mentre il sottoscritto esercita solo la professione di avvocato. A me pare che per non affrettarsi lentamente come il sottoscritto usa fare, avendo inviato un comunicato stampa, solo a distanza di due anni dalla querela  per diffamazione nei miei confronti, lo Spina per “scampare a Cariddi, sia incappato in Scilla”. vale a dire che per cercare di evitare un pericolo grave sia incappato in altro pericolo. Poiché la verità parla chiaro, è opportuno mostrarla per non disonorarla.

Partiamo da una precisazione: nell’incipit della replica, l’ex sindaco mi definisce “amico e collega”. Sulla  amicizia: priva l’amicizia del suo più bell’ornamento chi la priva del rispetto (Cicerone).  Quello che fatto Spina. Avermi querelato per diffamazione mentre ero nell’esercizio della mia professione – querela come detto archiviata dopo due anni di indagine – non è certo segno tangibile di amicizia e rispetto. Aggiungerei che tra i veri amici nulla è più piacevole della verità: e siccome Spina nella sua replica non racconta la verità, credo che abbia usato la parola “amico “ con non poca superficialità: Sulla questione del “collega“.

I fatti: all’epoca della sua querela per il mio articolo in difesa dei miei assistiti, Spina dichiarò che avrebbe presentato un esposto disciplinare all’ordine, collegato ovviamente ai fatti denunciati in querela. Così fece! Il sottoscritto presentò a sua volta un contro-esposto  disciplinare di cui non diede notizia mediatica (ecco lo stile) per violazione del dovere di colleganza tra avvocati. Quindi, attenzione, un esposto disciplinare e non una querela contro Spina. Qualche giorno prima della convocazione davanti all’ordine, tramite colloquio telefonico  sulle ragioni dei due esposti, senza che nessuno dei due implorasse o costringesse l’altro, concordammo di rinunciare reciprocamente agli esposti. Questo accadeva il 20/02/2017.

Ora caro collega Spina,  salvo che lei non voglia creare un nuovo diritto o alterarlo o modificarlo pro domo sua, le chiedo, perché lo sa, cosa c’entrano gli esposti disciplinari, con un procedimento penale per diffamazione? Come mai lei, non ha successivamente al 20 febbraio spontaneamente rimesso la querela dopo la reciproca rinuncia agli esposti? Ed infatti, come lei ben sa, fingendo di non sapere, l’indagine nei miei confronti, considerata l’autonomia e la totale differenza tra procedimenti disciplinari e procedimenti penali, è andata avanti. Io, che non ho mai querelato nessun amico o collega, sono stato sottoposto ad un interrogatorio dal PM perché lei mi ha querelato mentre difendevo le ragioni del mio assistito contro l’amministrazione. E questo accadeva molti, molti mesi dopo la rinuncia reciproca agli esposti, e solo all’esito degli accertamenti la querela è stata archiviata. E non perché, come lei ha scritto, o lasciato intendere, o come qualche giornalista ha erroneamente interpretato, l’archiviazione sia stato frutto dell’accorto siglato di rinuncia agli esposti.

Lei, nella replica parla di scambio di reciproche querele. E’ falso. Mente sapendo di mentire. Io non l’ho mai querelata. Se è vero, come è vero  che l’esposto è una cosa, e la querela è altra cosa. Lei scrive che l’atto di desistenza dimostra la volontà di rinunciare alle proprie azioni. Falso. Io non potevo rinunciare a nessuna azione non avendola mai querelata. Solo lei, poteva farlo, rimettendo la querela, ma non lo ha mai fatto. Scrive lei, questa volta offendendo, ledendo e diffamando la mia immagine che il sottoscritto ha implorato un accordo. Falso! Abbiamo concordato che gli esposti disciplinari di entrambi potevamo abbandonarli, ma lei si è guardato bene dal non interrompere il procedimento penale archiviato a distanza di un anno. Spero lei conosca il significato della parola implorare: supplicare  una grazia, chiedere con preghiere il perdono. Grazia e perdono però si chiedono solo ai santi. Ma avrebbe mai potuto il sottoscritto, come avvocato, convinto di non averla mai diffamata e offesa, come è stato provato, implorare a lei, proprio a lei, una grazia? Ad onor del vero in tutta la mia vita, l’unico procedimento penale in cui sono stato indagato è quello scaturito dalla sua querela. Solitamente, come avvocato difendo gli indagati o le parti lese.

E veniamo all’ultimo punto! Lei scrive che il sottoscritto ha smentito il contenuto della rinuncia agli esposti. Ancora falso! Vi è la mia firma che non potrei mai disconoscere, ma come ho chiarito quel documento non ha alcuna rilevanza per il procedimento penale in mio danno che è stato archiviato. Quindi io non ho smentito alcunché! Afferma poi e parla di brutta politica che io conoscerei meglio di lei. Anche questa non contestuale affermazione lontana dalla natura del contenzioso è offensiva e diffamatoria e sarà valutata nella sede opportuna. Cosa c’entra la politica in una questione professionale nella quale io difendo le ragioni di un cittadino  nelle sedi giudiziarie? Credo che lei e solo lei possa essere giudicato politicamente, considerando il suo lungo impegno istituzionale, e credo siano i cittadini a dover giudicare della sua brutta o bella politica  con il proprio consenso, così come hanno fatto recentemente, e debbano essere i clienti nel mio caso, a giudicare se ho fatto bene o male il mio lavoro.

Infine: se avesse letto con più calma il mio comunicato, avrebbe notato che mi ero riservato di valutare una ipotesi di querela nei suoi confronti. A questo punto invece non sprecherò più acqua invano. Alcune volte nella vita bisogna saper accettare la sconfitta e saper perdere come le va accadendo recentemente e agire con stile e prudenza. Pertanto, la informo, questa volta con certezza che procederò a querelarla per calunnia come già annunciato e per diffamazione a mezzo stampa per il suo lesivo e non veritiero comunicato”.