Si è svolta ieri, sabato 14 febbraio, presso l’auditorium Santa Croce a Bisceglie, la conferenza di presentazione del progetto “Cafè Alzheimer”, che andrà ad arricchire l’offerta del centro diurno cittadino “Lasciati raccontare”. Nonostante le “lungimiranti politiche di welfare” messe in atto dalla Regione Puglia e rivendicate dal consigliere regionale Caracciolo, rimane fondamentale poter incrementare i servizi di assistenza per gli anziani affetti da questo tipo di patologie degenerative e sostenere i tanti volontari e lavoratori del settore sanitario che ogni giorno si prendono cura con passione e professionalità dei propri pazienti. La città di Bisceglie, come ricordato dall’assessore ai servizi sociali Doriana Stoico, “ha contribuito con finanziamenti ad attivare la convenzione di diversi posti letto nell’anno 2013/2014 presso il centro diurno. La pubblica amministrazione, quindi, deve anch’essa svolgere un ruolo di supporto, reindirizzando le proprie risorse per l’assistenza dei malati”. Il centro diurno, che da tempo si occupa della cura e della socializzazione delle persone affette da Alzheimer, annovera un nutrito staff di giovani collaboratori che, spesso anche a titolo gratuito, si impegnano costantemente affinché i propri pazienti siano seguiti al meglio. Diego Rana,  intervenendo nel dibattito, ha inoltre auspicato la creazione di una rete, di una consulta di operatori, che possa programmare l’utilizzo delle risorse a disposizione direttamente con la pubblica amministrazione. L’Alzheimer, come spiegato dal dott. Antonio Superti, è la forma più frequente di demenza e ha maggiore incidenza sui soggetti femminili che hanno superato il 65esimo anno di età. Altri fattori determinanti l’insorgere della malattia possono essere di tipo vascolare (ipertensione, diabete) o dovuti a condizioni di “pensionamento mentale” e sedentarietà. Ancora oggi non siamo in grado di fornire una terapia che non si limiti a rallentare il decorso patologico ma che vada a curare definitivamente il morbo, che attualmente affligge circa sette milioni di europei oltre i 30 anni e rappresenta la quarta causa di morte negli USA. 

Il “Cafè Alzheimer”, presentato dalla dott.ssa Katia Pinto, si propone quindi come luogo di incontro per i pazienti affetti dalla malattia, per i loro famigliari e per varie figure professionali al fine di poter, attraverso la condivisione di esperienze e l’attivazione di un canale di ascolto, abbattere quel muro di isolamento che spesso si crea intorno al malato ed alleviare le sofferenze e le problematiche quotidiane di chi combatte contro questa patologia. Saranno organizzate attività di gruppo mirate al rafforzamento della memoria, del linguaggio e della percezione spazio-temporale, oltre che alla socializzazione ed alla cura della sfera emotiva. Verranno inoltre proposti incontri con esperti del settore per approfondire le tematiche connesse alla malattia e fornire anche ai famigliari del paziente gli indispensabili strumenti per la gestione a domicilio del proprio congiunto.

Finalità di indubbio valore, volte a migliorare la rete di sostegno ai pazienti di Alzheimer attraverso interventi che possano portare ad una migliore comprensione e gestione della malattia, senza trascurare il fondamentale aspetto della dimensione personale ed affettiva dei pazienti.

All’incontro ha partecipato anche il dott. Pietro Schino, presidente dell’Associazione Alzheimer Bari, associata alla federazione Alzheimer Italia, nata nel 2002 con lo scopo di creare delle reti di supporto e di aiuto e per interfacciarsi direttamente con le istituzioni. Il vicesindaco Vittorio Fata ha inoltre portato i saluti dell’amministrazione comunale. Il dibattito è stato moderato dal dott. Tommaso Fontana