“Nel 2008 la collaborazione virtuosa tra Amministrazione e WWF realizzò il primo e unico censimento pubblico del verde cittadino: furono censite 229 specie diverse sul territorio, per un numero complessivo di 8108 esemplari, dei quali 6662 alberi e 1446 arbusti”. Parte da questi spunti la nota del Gruppo Pro Natura che tocca la questione relativa al verde pubblico ed ai lavori che si stanno effettuando su via Di Vittorio.
“Di quell’impresa oggi rimane solo un ricordo e la fotografia odierna della situazione del verde cittadino fa impallidire: il numero totale degli esemplari è diminuito – fanno sapere – in quanto le palme delle canarie sono state decimate dal punteruolo rosso e tantissimi Pinus halepensis e Pinus pinea sono stati abbattuti e mai sostituiti, mentre la maggior parte delle querce sono ammalate. Il tentativo di mettere a dimora nuove specie è fallito con la morte di centinaia di Chamaerops excelsa, in particolare nel parcheggio di Conca dei Monaci. Da allora la superficie verde totale, pari a circa lo 0,025 % del tessuto urbano, già piuttosto scarsa, è sensibilmente diminuita, mentre sono aumentate le 799 buche (aiuole vuote o tombate), cosicché ogni cittadino oggi può godere meno di quei 2,9 mq di verde calcolati 15 anni fa”.
“Considerare il verde pubblico un mero elemento estetico dell’arredo urbano è anacronistico ed è penalizzante in termini economici, ambientali, sociali, agronomici e turistici. L’assenza di un Piano di Gestione del verde impatta negativamente sul ciclo dell’acqua, sulla salubrità dell’aria, sulla termoregolazione degli spazi urbani e sulla mitigazione degli eventi estremi, così come testimonia il recente nubifragio. A nostro avviso – dichiarano – la pianificazione, la progettazione, la messa a dimora e la manutenzione del verde pubblico deve essere una priorità. Purtroppo da anni assistiamo alla stroncatura degli esemplari esistenti ed alla realizzazione di spazi pubblici con pochi alberi, tutti eventi che apprendiamo da social network. Di contro non esiste un dialogo sul tema e questa situazione si è incancrenita dopo la chiusura della Consulta dell’Ambiente e la mobilità sostenibile”.
“Eppure la Legge 14 gennaio 2013, n. 10 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani) ha stabilito che ogni Sindaco, alla fine del mandato, dovrebbe rendere pubblico il bilancio arboreo della città e dare conto di alberi secolari e storici, alberi abbattuti e alberi di nuova piantumazione con l’introduzione del “catasto” degli alberi. Questa norma è stata mai rispettata? Lo abbiamo chiesto con PEC al Sindaco a gennaio 2022, senza ottenere riscontri”.
“Oggi apprendiamo che i pini di Via di Vittorio potrebbero essere abbattuti – dichiara il dott. Mauro Sasso, consigliere nazionale di Pro Natura e presidente della locale sezione – È forse il preludio ad altri interventi simili su tutte le vie alberate? Non siamo contrari a agli interventi di riqualificazione della viabilità, ma quando si prospetta il taglio degli alberi riteniamo necessario un confronto con l’Associazione. Ricordo che il censimento del Verde pubblico fu realizzato grazie al coordinamento del Tavole Verde e quell’esperienza ha prodotto tanti altri risultati positivi. Cosa impedisce oggi all’Amministrazione – conclude – di dialogare con l’Associazione?”.
“Il verde pubblico è un elemento vitale per la riqualificazione ambientale della città e non può esser relegato ad una funzione ornamentale. In questi anni l’Associazione ha dimostrato senso di responsabilità ed ha collaborato con le istituzioni allorquando è stata coinvolta nelle questioni di sua competenza, come quando si giunse ad una soluzione per la sostituzione dei pini di via Giuliani. L’abbattimento di un esemplare adulto è e sarà per noi un evento doloroso che potrà essere compensato solo da scelte opportune”.
“Vogliamo che il verde pubblico non rappresenti più un’emergenza per la città perché il rischio è la desertificazione. Ecco perché invochiamo l’assunzione di una professionalità qualificata negli uffici pubblici, che possa gestire in autonomia il settore affinché non si ripetano più gli errori compiuti nel passato sulla scelta degli esemplari (piogge scarse, resistenza alle malattie), sulla congruità della piantumazione (grandezza delle formelle) e sulla manutenzione (parassiti, potature, concimazione e apporto idrico). Quello che vogliamo dire – concludo gli esponenti di Pro Natura – che bisogna prendere atto che i cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tuti necessitano un cambiamento radicale nelle scelte ma questa transizione ecologica deve essere governata da esperti, per il bene delle future generazioni”.