Con una nota firmata dall’assessore alle Politiche della Salute, Pier Luigi Lopalco, e dal direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro, la Regione Puglia ha confermato, con decorrenza immediata e fino a nuova disposizione, la sospensione dei ricoveri programmati negli ospedali pubblici e privati, Ircss e enti ecclesiastici a causa dell’evoluzione delle criticità dell’emergenza Covid-19.

Saranno effettuati solo ricoveri di urgenza non differibili provenienti dai Pronto Soccorso. Saranno garantite le prestazioni di oncologia, quelle non differibili del percorso nascita, le prestazioni di neurochirurgia, di cardiochirurgia, di chirurgia pediatrica, ortopedica, vascolare, e le prestazioni per i pazienti con malattie rare.Rimane sospesa l’attività intramoenia di ricovero, resta garantita l’attività ambulatoriale ordinaria.

“La stessa rete ospedaliera rischia di implodere”, denuncia la Cgil Bat attraverso le parole del segretario generale Biagio D’Alberto. “La Asl Bat ha riattivato il presidio post Covid di Canosa di Puglia, dopo aver riattivato il Covid Hospital di Bisceglie. Ci siamo permessi di suggerire, solo per questa fase, di utilizzare anche la struttura dell’Asp Regina Margherita di Barletta per recuperare altri spazi di gestione dell’emergenza. Ma non bastano naturalmente i luoghi e le macchine, bisogna fare i conti con organici ridotti al lumicino, personale sanitario che sta sostenendo sacrifici inumani. Gli ospedali come è noto sono in affanno e si è deciso di proseguire con il blocco dei ricoveri programmati, decisione strettamente legata alla carenza del personale. Come pure stanno andando in difficoltà i dipartimenti di prevenzione, per la dimensione dei numeri delle figure professionali presenti, ma non solo. Su questo si sta provando a recuperare con un secondo bando per potenziarli ma già adesso non riescono più a rincorrere i numerosi focolai che si moltiplicano sempre di più. Il contact tracing è fuori controllo in buona parte dei nostri territori. E se non riusciamo a stabilizzare i numeri dei contagi i problemi saranno davvero seri anche per noi”.

Ma il sindacato denuncia anche il ritardo sulla attivazione delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale che si recano nelle case per assistere direttamente i pazienti affetti da Covid-19. “Nella Bat sono solo due”, denuncia D’Alberto. “Ma è pronto anche un bando per altre sei. Otto sono quelle della provincia di Foggia e del leccese, operative in territori che sono certamente più complicati di quello della Bat. Riteniamo che le Usca non siano solo una soluzione transitoria legata all’emergenza ma possano diventare una forma strutturata all’interno di un sistema sanitario che si pone come obiettivo quello di assistere quanto più è possibile il paziente presso il suo domicilio. Limitare il ricorso all’ospedale alle reali necessità di una assistenza complessa non solo obbedisce alla logica di un miglior benessere del paziente ma anche alla risoluzione dei rischi infettivi che il ricovero ospedaliero comporta”.