La Asl Bat ha bloccato, con decorrenza immediata, i ricoveri al reparto di medicina Interna dell’ospedale civile Vittorio Emanuele II di Bisceglie. La causa, secondo quanto riferito dall’Asl Bat, la gravissima carenza di personale medico. Una decisione che giunge ad un mese dal paventato rischio di chiusura del reparto, poi scongiurato (leggi qui).

“Si tratta di un blocco temporaneo causato dal necessario trasferimento di alcuni medici del reparto Medicina verso il Pronto Soccorso dove, purtroppo, tre medici sono andati in malattia contemporaneamente”, ha spiegato oggi Micaela Abbinante, addetto stampa della Asl Bat che, raggiunta telefonicamente da Bisceglie24, ha parlato per conto del direttore generale, Giovanni Gorgoni. “Domani (oggi per chi legge, ndr) si procederà alla valutazione delle candidature dei medici del Pronto Soccorso pervenuteci nei giorni scorsi dopo l’emanazione di un concorso e, tempo una decina di giorni al massimo, tutto tornerà alla normalità”.

“La disposizione dell’Asl e, sottolineo, non mia, è dovuta a fatti contingenti, tra cui la mancanza di personale al pronto soccorso, dove mi risulta che diversi medici siano in malattia”, ha confermato ai nostri microfoni il Dott. Tommaso Fontana. “Bisogna però ridimensionare la questione poiché il reparto di medicina dell’ospedale di Bisceglie conta al momento quattro posti letto. Non va dimenticato che le assunzioni del personale da parte dell’Asl sono contingentate. Per via della situazione di temporanea carenza di personale al pronto soccorso e per via della scelta dell’Asl di non rinnovare il contratto a tempo determinato ad un medico, i dottori in forza al reparto sono rimasti solo due. Un numero oggettivamente insufficiente per garantire i ricoveri. Rimane comunque disponibile l’attività ambulatoriale legata al reparto ed inoltre quasi tutte le città limitrofe hanno un reparto di medicina interna normalmente operativo“.

Non è d’accordo Sergio Di Liddo, dirigente aziendale della Fials e componente della Rsu aziendale. “Stamane una paziente in crisi ipertensiva è stata ricoverata a Foggia, addirittura fuori provincia. Oltre al disagio per l’utente, ciò causa una mobilità passiva in termini economici, dato l’impiego di medico, infermiere e ambulanza. È evidente che il blocco dei ricoveri o, peggio, la chiusura del reparto, che pareva ormai una certezza un mese fa, provocano gravi disagi all’utenza, complice il fatto che i reparti di Medicina degli ospedali vicini, Trani e Barletta, rispettivamente 22 e 24 posti, siano pieni. A Barletta, fra l’altro, c’è stata una riduzione dei posti letto, da 36 a 24, in virtù del piano di emergenza estivo. A fronte di questa situazione”, ha proseguito il sindacalista biscegliese, “la Fials aveva proposto di impiegare i medici degli altri reparti, a turno, per coprire la carenza di personale del pronto soccorso, consentendo quindi, allo stesso tempo, l’operatività di Medicina. Soluzione, questa, ancor più attuabile alla luce dell’accorpamento, che entrerà in vigore dal 15 luglio prossimo, dei reparti di Ortopedia e Chirurgia, che constano, rispettivamente, di 5 e 7 medici. La nostra proposta però è rimasta inascoltata”. In chiusura, una stilettata al sindaco di Bisceglie, Francesco Spina. “Non si spiega la sua totale indifferenza in funzione della sua autorità sanitaria locale”, ha concluso Di Liddo, “sia un mese fa, quando la chiusura del reparto era prossima, sia ora, con il blocco dei ricoveri”.