Caro energia, gravi ripercussioni su famiglie e imprese, ulteriori difficoltà dopo due anni di pandemia. Il punto con il presidente Confcommercio Bisceglie, Leo Carriera.

Presidente Carriera, qual è l’attuale situazione in città alla luce dei rincari dei costi dell’energia?
“Se oltre alle bollette quintuplicate che sono arrivate e stanno per arrivare ai commercianti, ci si mettono anche le speculazioni geopolitiche, allora tanto vale decretare la definitiva dipartita delle nostre imprese. Occorre un intervento immediato, una risposta netta e risolutiva perché si corre il rischio non solo di limitare gli orari delle attività o delle festività che incombono, ma addirittura la chiusura dei battenti”.

Come si può ovviare alla chiusura?
“Finora le aperture delle attività sono state garantite solo ed esclusivamente grazie alla tenacia e alla resistenza di decine e centinaia di commercianti, ma dopo due anni di grave difficoltà, trovarsi a vivere questa ulteriore mannaia non è sostenibile. Andiamo incontro a un inverno che si preannuncia complicato, complicatissimo per famiglie e imprese e senza la definizione di una strategia risolutiva, i rischi sono pesanti. Basti pensare al bar biscegliese del quale gli organi di stampa hanno recentemente parlato e che, proprio per via di questa drammatica situazione, si è trovato a decidere di chiudere i battenti dopo dodici anni di attività”.

Le istituzioni in che modo potrebbero intervenire?
“Sappiamo che il prossimo 20 ottobre l’Europa darà le direttive per far fronte a questa situazione ai Paesi membri. Confidiamo in soluzioni capaci di tener testa a questo vero e proprio dramma. Le attività stanno reinventando il loro modus operandi riducendo le accensioni delle apparecchiature elettroniche e selezionando le materie prime per quanto riguarda gli operatori della ristorazione. Anche le famiglie, ormai, stanno riformulando la loro quotidianità contenendo i consumi di energia elettrica e gas. Non vorremmo mai, però, che il prossimo doloroso step fosse quello di garantire l’apertura limitata delle attività per coprire parte dei costi. Adottare degli stili di vita più sostenibili sì, ma condannare a perire le famiglie e le imprese questo no”.

Ha parlato delle festività che si avvicinano. Alla luce della rimodulazione del nostro quotidiano, crede che anche i Comuni dovranno ripensare alle iniziative che di solito si mettono in campo nel periodo natalizio?
“Da più parti d’Italia giungono decisioni di amministrazioni comunali che vanno nella direzione del ridimensionamento di iniziative come luminarie, mercatini, attività ludiche e culturali in generale. Credo, nonostante costituisca un periodo comprensibilmente attesissimo da molti commercianti, oltre che da tanti cittadini, sia ahinoi necessario come segnale esemplare degli enti pubblici, anche come espediente per tenere a bada le spese relative all’energia elettrica. Sarà un Natale diverso, sicuramente più parco, ma tutto ciò che serve a fronteggiare questa situazione va concretizzato altrimenti il rischio è il baratro economico”.