Una vicenda risalente al 2013 torna alla ribalta in queste ore, chiamando nuovamente in causa il sindaco di Bisceglie Francesco Spina. Nella serata di ieri l’Huffington Post, in un suo articolo (LEGGI QUI) parla di un rischio di rinvio a giudizio del primo cittadino biscegliese in merito ad una denuncia per tentata estorsione sporta dal parroco della chiesa di San Silvestro, Don Fabio, sulla questione dell’asilo convenzionato “Gesù Fanciullo”.
“Apprendo esterrefatto di una notizia risalente a circa tre anni fa che pensavo chiusa e che, invece, altri, sicuramente più informati di me, ritengono debba definirsi nei prossimi giorni”, commenta Francesco Spina. “La vicenda risale all’estate 2013 allorquando il parroco Don Fabio, nella qualità di titolare dell’asilo Gesù Fanciullo, licenziava in tronco 23 dipendenti, lasciandoli senza lavoro e senza sostentamento per le rispettive famiglie. Intervenne sulla vicenda l’Usppi, sindacato nazionale, che mi chiese quale sindaco di coordinare un tavolo istituzionale. Come ho fatto sempre a livello provinciale, anche con altri sindacati come la Cgil, e a livello comunale in altri casi, ho convocato il tavolo istituzionale e a quel tavolo ho recepito le istanze sindacali che richiedevano il reintegro nel posto di lavori dei 23 licenziati”.
“Tale Don Fabio”, continua il primo cittadino, “dopo qualche giorno mi chiese attraverso rappresentanti istituzionali, a più riprese, un incontro, che io tenni presso il Comune di Bisceglie alla presenza di altre persone. A quell’incontro, Don Fabio si presentò, questo ovviamente l’ho appreso successivamente, con un registratore sotto la tunica e, in un’ora di incontro, gli ribadii che non si potevano lasciare 23 famiglie senza lavoro. Mi risulta, per essere stato ascoltato, che successivamente all’incontro tale Don Fabio abbia sporto una querela per un non chiaro tentativo di estorsione. Preciso che lo scopo di tale tentativo, secondo la ricostruzione fatta dal prete, era il reintegro dei 23 dipendenti licenziati”.
“Sono orgoglioso, in questi dieci anni di Sindaco, di essere stato sottoposto unicamente ad un interrogatorio per fatti attribuitimi e relativi ad una mia difesa nei confronti di lavoratori licenziati (posso vantarmi di non avere richieste di rinvio a giudizio, né sentenze di condanna, come si evince dal certificato penale del casellario giudiziale in allegato)”, aggiunge Spina. “In un contesto politico in cui la corruzione e il mal costume dilagano, posso dire dopo dieci anni di sindaco che la mia città è governata da espressioni civiche (dopo la straordinaria elezione del 2013) che amministrano con onestà e competenza tutelando unicamente l’interesse pubblico”.
“Visto che qualcuno ha saputo”, continua il sindaco e presidente della Provincia Bat, “che il procedimento giudiziario, che io pensavo chiuso, dopo tre anni si sta concludendo, avendo come sempre fiducia nell’operato della Magistratura, forte della perfetta coerenza e onestà del mio operato, auspico una pronta archiviazione della vicenda. Quello che ho fatto io l’avrebbe fatto qualsiasi Sindaco onesto e capace, e dalla registrazione è emerso che il sottoscritto, come sempre ha fatto nella sua vita, non ha chiesto nulla per sè, ma semplicemente la legittima tutela dei 23 lavoratori e delle rispettive famiglie colpite dai licenziamenti. Al termine di questa vicenda pubblicherò, se mi sarà consentito, il resoconto della registrazione che costituirà una delle doti morali più importanti per colui che vorrà dopo di me (tra tre anni) assumersi l’onore e l’onore di condurre nell’interesse dei cittadini l’amministrazione comunale”.
Al termine delle sue dichiarazioni Spina riserva l’attacco all’onorevole Francesco Boccia, “Provo rammarico nel constatare che una vicenda così lineare possa essere stata strumentalizzata per cercare di alimentare la bagarre politica in atto. Provo al contempo, però, grande inquietudine nel constatare che l’attività gestita da Don Fabio è stata beneficiaria di un contributo pubblico a fondo perduto di 180mila euro derivante dalla ‘Legge Mancia’ su iniziativa dell’onorevole Francesco Boccia”.