Democratizzazione dell’acqua, ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, tutela della qualità e dell’ambiente, affermazione del diritto dell’acqua potabile sono stati alcuni dei temi oggetto della discussione tenutasi nel tardo pomeriggio di ieri, 10 marzo, nella sala multimediale del Castello di Bisceglie.

Ospiti della serata i consiglieri regionale 5 stelle Antonella Laricchia e Antonio Trevisi, i quali hanno esposto la lunga battaglia che il partito pentastellato sta portando avanti, sia in sede parlamentare sia regionale, a favore della concretizzazione dell’esito referendario 2011,esito che portò all’abrogazione dell’ art 23bis della legge 133/2008 relativo alla privatizzazione dei servizi idrici pubblici, e all’ eliminazione parziale dell’ art 154 del Decreto Legislativo n.152/2006 nella parte che consentiva al gestore del servizio idrico di ottenere profitti garantiti sulla tariffa caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito. “Ma nonostante la decisa e ferma risposta degli italiani sul tema di pubblicizzazione dell’ acqua, i passi da fare sono ancora molti, specie nel nostro territorio dove il servizio idrico integrato è ancora affidato ad una società per azioni che, sebbene a capitale pubblico, consente agevolmente la cessione di quote azionaria a enti privati, oltre che porre tra i suoi obiettivi quello del conseguimento di un utile. Pertanto chi dice che l’acquedotto pugliese è già pubblico e lo sarà anche in futuro mente, ed è consapevole di mentire. L’unica cosa che rassicurerebbe i cittadini, che in massa hanno votato per dire ‘Si’ all’ acqua pubblica, è la ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese, la sua trasformazione  in un ente di diritto pubblico”,queste le parole del consigliere regionale Antonella Laricchia.

“Ripubblicizzare l’Acquedotto pugliese significa anche determinare un forte risparmio sulla nostra bolletta” ha  dichiarato Antonio Trevisi, aggiungendo: “Attualmente l’articolazione tariffaria della bolletta dell’acqua prevede una quota fissa, indipendente dal consumo, pari a  euro 20, 79, più una quota il cui prezzo varia in base al consumo, secondo il principio più usi più consumi. Noi non contestiamo questo, ciò che vorremmo si realizzasse è la presenza di una quota minima garantita a sostegno delle famiglie più indigenti, che causa morosità si vedono chiusi i rubinetti. Tutto questo è inaudito, su un bene primario come l’acqua non si possono fare soldi”.

Certo un’importante vittoria i cinque stelle l’hanno già ottenuta con l’istituzione di un tavolo tecnico paritario per la ripubblicizzazione dell’acquedotto, si spera solo che il tavolo riesca nel suo intento entro l’anno, infatti nel 2018 scadrà il mandato dell’ AQP s.p.a e, se entro giugno non si sarà operata la conversione dell’ente, spetterà all’Aip, autorità idrica pugliese, istituire una gara d’appalto per la gestione della società.

Ma rendere l’acqua pubblica non significa prescindere dalla sua qualità, per mostrare l’altro volto della democratizzazione dell’ acqua sono intervenuti Michele Loporcaro, esponente Rete Appulo-Lucana SalvalAcqua, e Vincenzo Spina del Comitato Pugliese “AcquaBeneComune”. “La qualità è l’altra faccia della ripubblicizzazione dell’acqua, perché superato il problema della gestione resta quello sulla sua qualità” ha riferito Michele Loporcaro illustrando le difficili condizioni ambientali di una delle principali fonti di approvvigionamento idrico-potabile dell’acquedotto pugliese: l’invaso Artificiale del Pertusillo.

Loporcaro ha infine rivolto un appello al Sindaco Francesco Spina, presente alla discussione, esortando il comune di Bisceglie ad abbracciare le iniziative promosse da SalvalAcqua, tra cui l’ inserimento nello statuto comunale del diritto all’acqua, intensificare i controlli sulla qualità dell’acqua e  promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto nei luoghi pubblici.