Utilizzare l’intelligenza artificiale per diagnosticare precocemente l’alzheimer, sino a dieci anni prima della effettiva manifestazione dei sintomi. Questo è l’obiettivo del metodo ideato dal ricercatore biscegliese Nicola Amoroso e dalla dottoressa Marianna La Rocca, oggetto di uno studio condotto da un team di colleghi del Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Bari e della locale sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Circa quaranta milioni di persone in tutto il mondo sono costrette oggi ad affrontare una patologia per cui non esiste una cura ma che è sempre più importante saper riconoscere in anticipo per poter intervenire sul suo decorso e sperimentare nuovi farmaci.
Un algoritmo complesso è in grado di analizzare le immagini del cervello registrate attraverso risonanza magnetica nucleare, restituendo un indice quantitativo di misura al medico. La versatilità di tale algoritmo permetterebbe l’applicazione per la diagnosi precoce di altre malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.