Il periodo non è dei più semplici, è sotto gli occhi di tutti. L’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus attira inevitabilmente l’attenzione generale, biscegliesi compresi che vivono con grande apprensione questo periodo con la speranza di uscirne al più presto.
Rimanere a casa è il modo migliore per rispettare le regole del Decreto governativo e magari dedicarci ad altro. Un momento di riflessione ogni biscegliese, oggi, dovrebbe dedicarlo alla memoria di Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza, morto il 13 marzo del 1985 per mano della ‘ndrangheta. Quella del biscegliese Sergio Cosmai è una storia fatta di coraggio e senso dello Stato, che rappresenta un punto di riferimento per la nostra comunità. Il senso del dovere ha contraddistinto la vita del Dott. Cosmai, un uomo capace di non piegarsi davanti agli ostacoli, un eroe moderno, un martire come molti, probabilmente troppi che questo Paese ha visto cadere.
Alla memoria di Sergio Cosmai è intitolata proprio la Casa Circondariale di Cosenza. Il presidio locale di Libera ha scelto di intitolarsi alla sua figura, per non dimenticare il proprio concittadino che ha scelto di non fermarsi e non sottostare alle logiche mafiose. Negli anni, tanti sono stati gli attestati ricevuti dalla famiglia di Sergio Cosmai, oggi a distanza di 35 anni dalla sua scomparsa, nella memoria di noi biscegliesi deve rimanere vivo il suo ricordo. Quello di un servitore dello Stato, un marito premuroso, un padre devoto, un biscegliese di cui essere fieri, oggi, domani, sempre.