Arrivano buone notizie per i bagnanti biscegliesi dopo le verifiche a campione su tutta la costa pugliese eseguite nei giorni scorsi nell’ambito del progetto Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. I campioni, prelevati tra il 18 e il 21 luglio scorso, dalle acque della spiaggia di Salsello risultano infatti essere entro i limiti microbiologici e chimico-fisici disposti dalle leggi che regolamentano la balneazione in Italia.

Il tratto di costa biscegliese è uno dei trenta punti selezionati dal gruppo ambientalista in tutta la Puglia. I risultati delle analisi sono stati presentati nella mattinata di lunedì 24 luglio a Bari, all’interno del Focus regionale sulla depurazione, alla presenza dei referenti pugliesi di Legambiente e delle autorità regionali.

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono stati prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, per essere analizzati il giorno stesso del campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. L’analisi si è concentrata sulla ricerca di eventuali presenze di batteri dannosi come enterococchi intestinali ed escherichia coli, e ha verificato al contempo la temperatura dell’acqua, il ph, la quantità di ossigeno disciolto, la conducibilità e la salinità.

La mappa delle acque analizzate dalla Goletta Verde nel 2017 (fonte: sito ufficiale di Legambiente)

“L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde, che è bene ribadirlo non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali – ha dichiarato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati”.

Per quanto riguarda le città limitrofe, promosse le spiagge di Matinelle a Trani, litoranea di levante a Barletta, Lungomare Cristoforo Colombo-Belvedere a Margherita di Savoia, nonché le acque della riserva di Torre Calderina a Molfetta. Risultano invece inquinate le acque della spiaggia all’altezza dell’incrocio tra lungomare Colombo e Piazzale Chiarelli a Trani e addirittura fortemente inquinate le acque della litoranea di Ponente a Barletta, all’altezza del torrente nelle vicinanze di via Di Cuonzo.

Il depuratore di Lama di Macina (foto di repertorio)

Il Focus sulla depurazione delle acque si è invece incentrato sullo stato dei 185 impianti di depurazione pugliesi, con una valutazione che fa riferimento ai circa 2500 controlli svolti nel 2016 dall’Arpa Puglia, l’agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale. Secondo quanto riferito da Legambiente, l’impianto di depurazione di Bisceglie a Lama di Macina, in base a tali controlli, sarebbe uno dei 37 depuratori in cui sono stati superati i livelli di inquinamento dei reflui in uscita, anche se è chiaramente specificato che per far fronte al problema sono già stati avviati, proprio nel 2016, lavori di ammodernamento e potenziamento dell’impianto (leggi qui) e sono stati presentati pochi mesi fa progetti per il recupero e il riutilizzo in agricoltura delle acque depurate (leggi qui).

“Purtroppo quello della cattiva depurazione affligge tantissime zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato – ha detto Zampetti – nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi. Ritardi che si ripercuotono anche sulle tasche dei cittadini, visto che le inadempienze dell’Italia nell’attuazione della direttiva comunitaria hanno portato a procedure di infrazione, in alcuni casi seguite da condanne che si tramutano in multe salatissime.