Lo scorso 10 giugno, in Piazza Vittorio Emanuele, è stata collocata – dall’Amministrazione Comunale, insieme all’Associazione Mazziniana Italiana – sezione “Vincenzo Calace” di Bisceglie – una stele per ricordare il vile agguato terroristico ai danni del socialista Giacomo Matteotti, che pagò con la vita l’impegno contro il regime fascista. Il giornalista e scrittore biscegliese Giulio Di Luzio, attraverso un comunicato stampa, rileva, nelle incisioni sul monumento, “l’assenza della matrice dell’infame attentato, covato negli ambienti delle squadracce fasciste allergiche a ogni espressione di libero pensiero”.
“La circostanza ha un rilevo storico e politico tutt’altro che marginale, ponendo in essere un ricordo indifferenziato e decontestualizzato dello statista socialista. Voglio sperare che si sia trattato di una omissione colposa, quant’anche di grande valore storiografico, e non di una rivisitazione revisionista dell’eroica azione parlamentare di Matteotti”, scrive Di Luzio. “Chiedo, come studioso e reporter televisivo, un legittimo chiarimento all’Amministrazione Comunale e all’Associazione Mazziniana, per una iniziativa lodevole, che però mutila gli ideali antifascisti e le ragioni politiche dell’impegno del grande intellettuale veneto”.
“In una fase storica, caratterizzata da rigurgiti restauratori di chiaro stampo neofascista, la coscienza politica della Amministrazione Pubblica non deve mai derubricare i nobili ideali costituzionali a temi marginali, tenendo alta la statura etica ed esistenziale di tutti i sinceri oppositori del criminale Ventennio, che ha infestato l’Italia”, conclude lo scrittore.