Ancora un esposto presentato alla procura di Trani per fare chiarezza sulla situazione dello sbocco del depuratore in località Torre Calderina. A documentare ed a denunciare l’ennesimo scempio verificatosi nella zona costiera tra Bisceglie e Molfetta è stata la LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) Puglia. Tramite un comunicato stampa l’onlus ambientalista ci ha fatto sapere che: “Durante l’attività di controllo i volontari della LAC Puglia nei giorni scorsi hanno notato nuovamente la presenza di forte concentrazione di schiuma e fanghi allo sbocco del depuratore, una chiazza scura in mare che si estendeva per diverse centinaia di metri a valle dello sbocco e per circa cento metri sulla verticale dello stesso. A corredo di tutto anche un nauseabondo odore tipico dei tensioattivi oltre a schiuma presente sulla battigia”.
Ricordiamo che l’area in questione è un’Oasi di Protezione del WWF ed in questo periodo ospita il passaggio di diverse specie migratorie come aironi, rapaci, anatidi. Inoltre non è da sottovalutare neanche l’incoscienza di alcuni pescatori che incuranti del problema decidono di calare le loro reti proprio a pochi metri dallo sbocco del depuratore. Queste le dichiarazioni sulla vicenda di Pasquale Salvemini, delegato regionale LAC: “Non ci stancheremo mai di controllare e denunciare quello che non va in quel tratto di costa ormai dimenticato, che tra abbandoni incontrollati di rifiuti, pesca di frodo e cambiamenti orografici della zona, sembra sia terra di nessuno”.