Ultimo grande appuntamento dei biscegliesi con i riti della settimana santa è quello della processione dei misteri, svoltasi ieri, venerdì 19 aprile, per le vie della città. Sebbene siano più recenti dell’Incontro, la tradizione dei misteri risale agli anni ’70 circa, sin dall’inizio questo rito ha goduto di grande partecipazione e approvazione da parte dei cittadini soprattutto per la bellezza dei nove simulacri che lentamente percorrono le strade della città. Infatti, durante la processione, le statue sfilano seguendo un ordine ben preciso rimandando in questo modo alla passione di Cristo: Gesù nell’Orto (sant’Adoeno), san Pietro (san Matteo e Nicolò), Gesù alla colonna (sant’Agostino), Ecce homo (Misericordia), La Veronica (san Matteo e Nicolò), La Desolata (san Domenico), il Calvario (sant’Adoeno), Pietà (Santissimo) e, infine, Cristo morto nella culla (san Matteo).

Sebbene impregnati di cristianità, l’origine dei misteri è da attribuirsi ai culti pagani. La sua denominazione , “misteri”, rimanda in qualche modo agli antichi “riti misterici”, pratiche iniziatiche di estrazione pagana  eseguiti da chi desiderava una religione diversa e più spirituale.

Pagani o no, eventi come questi nel corso degli anni si sono circondati di tradizioni e convinzioni popolari che nel tempo ne hanno dettato persino le modalità di svolgimento. Un trentennio fa, a Bisceglie, resisteva la credenza che Cristo morisse due volte: la sera del giovedì e venerdì santo. Per questo, rispettivamente, si svolgevano due processioni diverse “Cristo nda la caténe” e “Criste de la Cappède”. Persino i misteri si svolgevano il venerdì mattina per consentire agli stessi simulacri, al pari dei credenti, di assistere al tradizionale Incontro. Sebbene in questa settimana dominasse un clima di solennità e pentimento, anticamente gli uomini inventarono anche alcuni passatempi come quello di “scè a tezzuò re d’ove”. Il gioco consisteva nello sfidarsi con delle uova che ripetutamente venivano battute contro quelle del concorrente. Vinceva chi al termine della sfida rimaneva con almeno un uovo sano.

Di seguito una galleria fotografica aa cura di Daniela Mitolo per rivivere la processione dei misteri