Il movimento Spazio Civico, attraverso un comunicato stampa, denuncia il disagio causato dal blocco presente su Via Abate Bruni e Strada Vicinale Terlizzi a causa della instabilità di ciò che rimane di Villa Lancillotti. “Una circostanza che sottrae due vie dalla disponibilità di tutti i cittadini, in particolare residenti, costringendoli a confluire nelle vie circostanti, con conseguente aggravio di traffico, smog e stress”, si legge nella nota.
Gli esponenti del gruppo ripercorrono l’origine di tale situazione. “Villa Lancillotti ha avuto due crolli spontanei: nel 2018 e nel 2019. Come risulta da due relazioni tecniche prodotte nel 2018 e 2020, risulta essere in avanzato stato di degrado e interessata da gravissime compromissioni strutturali. Per questo motivo il Comune, al fine di preservare la pubblica incolumità, ha ordinato ai proprietari di mettere in sicurezza lo stabile. I proprietari quindi hanno fatto realizzare dei dispositivi in legno sul perimetro dello stabile che evitano possibili crolli sulla pubblica via, e predisporre delle reti metalliche per evitare l’avvicinamento dei passanti. La trasformazione di Via Abate Bruni a senso unico e la chiusura di Strada Vicinale Terlizzi ne sono state la logica conseguenza”.
“Non è possibile abbattere ciò che rimane di Villa Lancillotti perché il Consiglio Comunale, con Deliberazione n. 66 del 25/07/2017 ha classificato questo palazzo come edificio di pregio. Tale classificazione implica che i proprietari dell’immobile non possono effettuare demolizioni e ristrutturazioni se non con la conservazione della sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche preesistenti. Ma la Proprietà, nella relazione tecnica presentata al Comune, ha evidenziato come la eventuale ricostruzione dell’immobile (crollato in diversi ambienti), dovendosi uniformare alle prescrizioni della normativa vigente, altererebbe in maniera sostanziale gli aspetti del fabbricato. Verrebbero pertanto meno proprio le peculiarità delle costruzioni di fine 1700, richiamate alla base del vincolo posto dal Comune. La Sovraintendenza, inoltre, a seguito di sopralluogo fatto nel 2019, ha ribadito che l’edificio non è oggetto di provvedimenti di tuteli ai sensi del Codice dei Beni Culturali”, si legge nel comunicato stampa.
“Alla luce di ciò, chiediamo quindi all’Amministrazione ed al Consiglio Comunale di aggiornare le decisioni politiche prese nel 2017 in merito a questo Palazzo, tenendo conto di tutti gli elementi istruttori emersi successivamente al 2017. Se ritiene di confermare tale vincolo, che faccia quanto necessario per recuperare l’edificio; se invece (come sembra) tale vincolo non ha più ragion d’essere, che riveda la deliberazione adottata. “È da troppo tempo ormai che gli abitanti della zona sono bloccati in questo “limbo” che li penalizza sotto troppi aspetti (stradale, igienico sanitario, estetico ed economico)”, conclude la nota firmata dal portavoce di “Spazio Civico” Leonardo Di Molfetta.