Il randagismo non più vissuto come un problema e come un’ ingente fonte di spesa pubblica ma come una risorsa economica e sociale per tutta la comunità. Non è un’idea, non è una teoria, non è un’utopia è quanto già realizzato nel comune di Vieste e anche in altri comuni italiani che hanno aderito al progetto “Zero cani in canile”. A presentare l’iniziativa a Bisceglie, ieri martedì 4 giugno, la dottoressa Francesca Toto e il responsabile del Nucleo tutela e benessere animale della Polizia Locale di Vieste Alfonso Rucci.
Nella sala multimediale del Castello Svevo Angioino gli ospiti giunti dalla città garganica hanno descritto nel dettaglio la fitta rete di iniziative intraprese per dare vita al progetto nel loro comune. I numeri di “Zero cani in canile” sono impressionanti, nell’arco di qualche anno il comune di Vieste ha visto ridurre la propria spesa per i randagi da 240mila euro a soli 8mila euro, 900 adozioni realizzate e, solo nei primi cinque mesi del 2019 già 150 sterilizzazioni eseguite su cani vaganti. Numeri che danno l’idea di un sistema organico e capillare che sa come gestire un problema che a Bisceglie è endemico e per cui, nonostante diversi tentativi di contrasto, non si è mai riusciti ad ottenere risultati duraturi e concreti. I numeri e i costi del randagismo a Bisceglie li ha dati il vicesindaco Angelo Consiglio introducendo l’incontro: “abbiamo 450 cani in canile e ci costano un enormità”, nello specifico il comune spende circa 1 euro e 50 cent al giorno per ogni cane.
“Il progetto Zero cani in canile è un progetto che si può realizzare se ci siamo tutti”, ha esordito Francesca Toto responsabile del progetto, “noi siamo partiti analizzando il problema ed abbiamo scoperto che alla base di tutto c’è chiaramente l’uomo e non l’animale. I randagi propriamente detti sono solo una minima parte la maggior parte dei cani che vediamo sul territorio sono cani di proprietà che vagano, cani di padroni non disciplinati”. Per Francesco Toto alla base di tutto c’è quindi “la formazione, e non solo dei proprietari ma anche dei volontari perché bisogna capire che non bisogna sostituirsi a chi ha le responsabilità per legge. Ciò che abbiamo fatto noi come volontari è stato sterilizzare, reimettere sul territorio o dare in adozione e seguire il proprietario”.
Su cosa si basa quindi Zero cani in canile e quali sono i capisaldi del progetto: “si parte dall’educazione e formazione capillare su tutto il territorio e del contesto sociale”, spiega Francesca Toto, “abbiamo realizzato una serie di progetti educativi nelle scuole ed abbiamo ottenuto lo straordinario risultato di bambini che ora educano i loro genitori. Abbiamo poi portato gli stessi bambini con i cani nei centri anziani, abbiamo fatto riscoprire il cane come una vera risorsa sociale. Formazione per i volontari che devono conoscere la legge e devono avere un patentino. Abbiamo realizzato convegni, seminari ed open day nei canili per sensibilizzare la popolazione”. Altro caposaldo assoluto di tutta l’iniziativa è quello della sterilizzazione di massa dei cani. L’Asl è obbligata per legge in tutta la regione Puglia alla sterilizzazione dei cani accalappiati sul territorio: “l’Asl deve fare il proprio dovere e sterilizzare i cani, qui su questo si deve impegnare il Sindaco e l’amministrazione comunale”, ha dichiarato l’ideatrice del progetto, “Non c’è bisogno del canile sanitario per sterilizzare i cani, l’Asl può tranquillamente stipulare le convenzioni con i privati”. Importante anche l’istituzione di una vera task force di controllo sul territorio, a Vieste la Polizia Locale ha istituito il Nucleo tutela animale che grazie alla collaborazione con Asl e Carabinieri Forestali coordina accalappiamenti, sterilizzazioni, reimissioni e vigila su tutti i proprietari.
Il progetto prevede anche una riconversione dei canili rifugio in strutture più moderne, senza cemento e che offrano veri e propri servizi attraverso personale qualificato. “I gestori dei canili”, spiega ancora Francesca Toto, “devono tracciare piani di lavoro, misurabili, adozioni tracciabili, graduale diminuzione di presenze in canile a favore di servizi privati di dog sitting, agility e altri dedicati al benessere degli animali. La prima oasi senza gabbie in Puglia è nata a Cerignola, in questo spazio si svolgono tante attività educative e commerciali”. A tutto questo ovviamente si legano campagne di adozione realizzate attraverso vari progetti di sensibilizzazione e con l’utilizzo dei social media.
Francesca Toto assicura infine, dati alla mano, che essere dog friendly paga in termini di immagine e ritorno economico. “A Vieste si è visto, hanno parlato di noi in tutto il mondo per l’idea del gelato per i cani, mi hanno contatto davvero da ovunque. L’immagine stessa della città ne ha tratto vantaggio. Inoltre, sono nate tante nuove professioni attorno alla maggior presenza di cani nelle famiglie, i lidi assumono i dog sitter, esiste il servizio di dog taxi per gli anziani che non possono portare da soli il cane al veterinario, si organizzano convegni, seminari, raduni tematici per razza”.
Zero cani in canile è un progetto che può essere adottato da subito e gratuitamente anche dal comune di Bisceglie, i volontari che hanno già fatto questa esperienza si sono detti disponibili sin da subito per la formazione. In pratica bisogna solo coordinarsi, sedersi a un tavolo e lavorare insieme per il bene della città e degli amici a quattro zampe.