Assaltarono e rapinarono Bar San’Andrea il 19 Marzo scorso. Sono stati tutti identificati, grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’esercizio pubblico ed ai loro profili “Facebook”, i quattro giovanissimi componenti della banda che, pistola in pugno, tenendo l’esercente sotto tiro, rapinarono l’esercizio commerciale fuggendo con un bottino di 3700 euro. Si tratta di un 19enne, di un 21enne e di due minori del luogo, che dovranno rispondere, a vario titolo, di rapina in concorso, detenzione e porto illegale di armi e di furto di autovettura. I primi due sono finiti in manette in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura della Repubblica, mentre i complici sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica per i Minorenni di Bari.

I reati contestati si riferiscono alla rapina avvenuta lo scorso 19 marzo ai danni del “Bar Sant’Andrea” di Bisceglie. In piena notte, dopo un “sopralluogo” fatto da due della banda finalizzato a verificare che nell’esercizio non ci fossero avventori e per lasciare la porta di ingresso aperta, due complici incappucciati fecero irruzione nell’esercizio commerciale e, in pochi secondi, tenendo il gestore sotto tiro con una pistola, lo hanno costretto a consegnare il denaro contenuto nella cassa, fuggendo via a bordo di una Fiat Stilo.

Le indagini immediatamente avviate dai Carabinieri hanno consentito, già dopo poche ore, di rinvenire l’autovettura utilizzata dai malviventi, da loro stessi rubata a Bisceglie la sera precedente la rapina, e, in seguito, di ricostruire, attraverso le dichiarazioni di testimoni, l’analisi delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza in dotazione al locale e le “amicizie” strette attraverso “Facebook”, l’esatta dinamica dell’azione criminosa, che nascondeva alcuni retroscena.

Le indagini hanno consentito di appurare che, qualche minuto prima dell’irruzione, uno degli arrestati, il 21enne, con la scusa di consumare una bevanda, entrò nel bar, per verificare se la porta d’ingresso fosse chiusa, come di solito avveniva a quell’ora, dato che il titolare, proprio per ragioni di sicurezza, l’apriva all’occorrenza mediante un telecomando. Messo a punto il piano, un complice 16enne, anch’egli fingendosi cliente, entrò in azione con il compito di lasciare la porta aperta e dare quindi la possibilità ai complici incappucciati, di 19 e 17 anni, di fare il resto, continuando, indifferente, a sorseggiare un caffè al banco.

Tratti in arresto i due sono stati associati in regime di arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni con l’applicazione del braccialetto elettronico.