E’ scattata questa mattina la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Donato Colapinto e Mario Colapinto, amministratori dell’azienda bitontina di riscossione tributi Ce.r.in s.r.l., l’accusa è quella di peculato continuato.
Nel 2013 la Ce.r.in. era incaricata della riscossione tributi a Bisceglie. Nel gennaio di quell’anno scoppiò la questione dei 1800 atti di pignoramento emessi nei confronti dei cittadini biscegliesi per il mancato pagamento delle annualità 2010 e 2011 della Tarsu (la vecchia tassa sui rifiuti). La vicenda portò il Sindaco Spina ad intentare un’azione legale nei confronti della società di riscossione tributi al fine di verificare la legittimità degli atti e bloccare gli atti stessi di pignoramento intentati nei confronti dei cittadini.
Dopo qualche anno la Ce.r.in. è risultata aggiudicataria, in data 30 maggio 2014 ed in A.T.I. con l’Italtraff, dell’appalto per l‘affidamento della fornitura, posa in opera e manutenzione ordinaria e straordinaria di apparecchiature per la rilevazione automatica delle infrazioni al codice della strada, di telecamere di videosorveglianza a completamento di quelle già esistenti in dotazione alla polizia municipale, gestione tecnica delle procedure sanzionatorie, servizio legale avverso i ricorsi proposti dai contravventori e per il recupero coattivo delle infrazioni non oblate nei termini di legge e per le quali non è stato presentato ricorso. Quest’aggiudicazione è stata oggetto di diverse discussioni anche politiche e il Consiglio comunale di Bisceglie si è persino riunito in seduta straordinaria per discuterne (leggi qui). Lo scorso ottobre l’s.r.l. bitontina è andata avanti e si è attivata per la ricerca di un avvocato per garantire il servizio di tutela legale del Comune di Bisceglie per il recupero delle somme non pagate in seguito a contravvenzione e per difendere il Comune nei ricorsi presentati dagli automobilisti contro lo stesso ente (leggi qui).
Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi hanno avuto origine nel 2014 quando la Guardia di Finanza, nel corso di alcuni controlli fiscali, aveva iniziato a vagliare l’operato della Ce.r.in. e delle società partecipate come la Siart S.r.l. Attraverso un complesso lavoro di indagine si è potuto giungere a verificare che Giuseppe Donato Colapinto e il figlio Mario avrebbero messo in atto negli anni 2012-2014 “una serie di complesse operazioni societarie e finanziarie volte al progressivo azzeramento del patrimonio e delle risorse finanziarie di Ce.r.in. s.r.l. con conseguente pregiudizio per i creditori”. A destare l’attenzione degli investigatori anche diverse operazioni immobiliari compiute dalla Siart negli anni 2011-2012 attraverso cospicui finanziamenti del socio Ce.r.in. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine i soldi per queste operazioni provenivano dai conti correnti “sui quali affluivano le somme dei proventi delle attività di riscossione dei tributi svolte dalla società, con conseguente appropriazione delle somme di pertinenza delle amministrazioni comunali”. Sono stati posti sotto sequestro nel corso dell’operazione il compendio immobiliare denominato “Istituto Pontificio delle Maestre Pie Filippini” ubicato in Santo Spirito di Bari, l’immobile denominato “Villa Longo” in Bari Palese, immobili in Bitonto alla via Rogadeo e in Statte al corso Vittorio Emanuele.
Infine la Procura di Bari sostiene che sia stato anche accertato che “per il triennio 2010-2012 un importo non inferiore ad euro 3.188.000 riscosso da Ce.r.in. s.r.l. dai contribuenti di Bitonto non è stato riversato nelle casse comunali né è stato dichiarato come oggetto di riscossione da parte di Ce.r.in.. s.r.l., con conseguente significativa divergenza tra gli importi indicati nel rendiconto mensile comunicato da Ce.r.in. s.r.l. e le somme effettivamente riscosse a titolo di tributi dal concessionario”. Altre anomalie e perplessità, attualmente oggetto di indagine, emergono sulle forme di controllo che gli uffici comunali avrebbero esercitato sulle attività del concessionario “articolate su base esclusivamente formale e fiduciaria, in quanto fondate sui rendiconti e le (false) attestazioni fornite da Ce.r.in. s.r.l”.