La procura di Trani ha chiesto dodici condanne, da 6 mesi fino a 9 anni di reclusione, per il crac della Casa Divina Provvidenza. Il processo, in corso davanti al Tribunale di Trani da due anni, vedeva imputate 14 persone, divenute 12 dopo il decesso di due di loro. Quattro anni e mezzo sono stati chiesti per l’ex senatore di Forza Italia Antonio Azzollini, mentre per gli ex direttori generali dell’ente, Dario Rizzi e Antonio Albano, rispettivamente, nove e cinque anni. Sette anni sono stati chiesti invece per il consulente Antonio Battiante e sei anni e mezzo per suor Assunta Puzzello, a capo della Casa di procura Istituto Ancelle della Divina Provvidenza, considerata la “cassaforte” dell’ente ecclesiastico che gestiva gli ex ospedali psichiatrici di Bisceglie, Foggia e Potenza.
Le richieste sono state fatte, al termine di una lunga requisitoria, dalla pm Silvia Curione, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza insieme all’allora procuratore aggiunto di Trani Francesco Giannella (oggi in servizio a Bari). Gli imputati rispondono, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta (anche aggravata e continuata) e tre di loro di associazione a delinquere. Ad Azzollini (per il quale era stata esclusa l’ipotesi associativa) viene contestata, in particolare, l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità nei confronti della madre superiore suor Marcella Cesa, ex responsabile legale dell’ente e deceduta, a cui l’allora parlamentare pugliese si sarebbe rivolto con “un atteggiamento di prevaricazione”.
Prossima udienza il 28 novembre, quando la parola passerà all’avvocato Stefano Dardes, che rappresenta il commissario straordinario. Seguiranno le difese degli imputati, cui saranno dedicate anche le udienze del 12 e 19 dicembre. La sentenza è attesa per gennaio.