Esercizio abusivo dell’attività estrattiva poiché svolta in aree non autorizzate, a ridosso del greto di un torrente occasionale sito in area sottoposta a vincolo paesaggistico e gravato da elevata pericolosità idrogeologica. È quanto hanno scoperto mercoledì scorso i carabinieri della Compagnia di Trani e del Nucleo Operativo Ecologico di Bari in due siti a ridosso dell’area di “Lama Paterno”, nelle campagne tra Bisceglie e Trani. Dieci persone, proprietari e conduttori dell’attività di scavo, sono state denunciate per reati in materia ambientale e paesaggistica. Dovranno ora rispondere, secondo le rispettive responsabilità, di attentato alla sicurezza dei trasporti, inquinamento ambientale, distruzione o deterioramento di habitat all’interno di sito protetto, nonché dell’esecuzione di opere in assenza di autorizzazione o in difformità ad essa.
I controlli hanno riguardato una pluralità di siti, nei quali, nel passato più o meno recente, è stata effettuata attività di estrazione di materiale calcareo e lapideo. In due siti, per un totale di 60mila metri quadrati, sono scattati i sigilli con finalità probatoria. Le rilevazioni, effettuate anche mediante l’ausilio di droni e conseguenti riprese foto e video geolocalizzate, hanno consentito ai carabinieri di scoprire l’azione spregiudicata posta in essere in una cava in particolare, ove si eseguivano lavori ad una distanza ridotta dalla linea ferroviaria Bari-Foggia, fatto che di per sé, come accertato da ingegneri delle Ferrovie dello Stato intervenuti sul posto, pur non costituendo un pericolo attuale per la circolazione, di fatto impone la necessità di eseguire dei lavori di consolidamento, finalizzati a scongiurare il pericolo di instabilità nel lungo periodo.
I militari, inoltre, nelle due cave sequestrate, hanno rilevato l’esecuzione di attività di scavo a profondità vietate e tali da far affiorare acque di presumibile provenienza sotterranea. L’eventuale inquinamento della falda acquifera è oggetto di analisi qualitativa in corso d’opera.
I controlli dei carabinieri, compiuti con il concorso di personale dell’Ufficio Attività Estrattive Regionale, dell’Arpa Puglia e dell’Autorità di Bacino, rientrano nell’ambito della cosiddetta “campagna cave“, predisposta nel territorio della Regione Puglia, al fine di verificare la rispondenza delle attività estrattive a canoni di legalità, nonché l’efficacia delle misure adoperate per recuperare le aree interessate dalla coltivazione delle cave.