Operava anche a Bisceglie, e lo faceva anche con una certa insistenza, la banda di ladri di automobili sgominata ieri mattina ad Andria dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari e della Compagnia di Andria, unitamente ad un velivolo del 6° Elinucleo di Bari e di unità cinofile di Modugno. Dieci le ordinanze di custodia cautelare, sei in carcere e quattro ai domiciliari (di cui tre persone sono attivamente ricercate), emesse dal Gip del Tribunale Ordinario di Trani e tre quelle emesse dal Tribunale dei Minorenni di Bari per altrettanti ragazzi sotto i 18 anni.

Quella smascherata, in definitiva, era una banda specializzata nei furti d’auto e nella monetizzazione dei pezzi di ricambio, di concerto con gli autodemolitori che effettuano veri e propri ordinativi. Una volta scelta la “preda” sulla base della richiesta, al gruppo occorrevano al massimo quattro minuti (donde il nome dell’operazione “Four Minutes”) per disinnescare l’antifurto e allontanarsi con l’auto rubata che, successivamente, veniva consegnata alla squadra di tagliatori, la cui officina erano le impervie campagne andriesi, per il sezionamento delle componenti elettroniche e meccaniche. Tant’e che i carabinieri hanno trovato un’intera area adibita a deposito di pezzi di ricambio con materiale del valore di oltre 200mila euro, oltre a 23 scocche depredate. Abbandonata queste ultime, i pezzi venivano trasportati presso gli autodemolitori compiacenti per la successiva reimmissione sul mercato legale, talora usufruendo di documentazione apparentemente lecita.

L’organizzazione agiva tra le province di Bari, Bat e Foggia, da cui sono pervenute 30 denunce di furto di auto negli ultimi 5 mesi. E la banda, almeno un paio di volte a settimana, faceva spedizioni a Bisceglie anche se non sempre i raid avevano un esito positivo per la banda.

I reati venivano commessi con spregiudicata disinvoltura, talora in presenza delle stesse vittime a volte intimidite al punto dal desistere da sporgere denuncia. Ciascuno dei membri aveva un preciso compito e tutti erano organizzati con strumenti operativi anche sofisticati, come i disturbatori di frequenze o i dispositivi per sintonizzarsi sulle frequenze dei Carabinieri per evitare blitz.

L’importante operazione è scaturita da un’indagine avviata e sviluppata, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani e della Procura dei Minori di Bari, dai militari della Compagnia di Andria a partire dal gennaio 2015, supportata da intercettazioni di conversazioni, localizzazioni satellitari, servizi di osservazione, pedinamento e controllo, analisi documentale e di tabulati telefonici.