“Come si trascorre la notte della vigilia dell’Immacolata? A Bisceglie ci sono diverse usanze: si passa dall’accensione ufficiale dell’albero di Natale in piazza, ai famosi Falò, per passare alla serata con amici e parenti tra panzerotti e calzone. Ma nel quartiere 167 si aggiungono nuove attività (in realtà non solo la sera del 7 Dicembre), un nuovo sport tra ragazzi per bene ed estremamente educati: il lancio della bici contro le auto parcheggiate!”. Con queste parole prende il via il racconto di un nostro lettore, residente nella zona 167 che ha deciso di inviarci una lettera che pubblichiamo integralmente in relazione a quanto accaduto nella serata di ieri.
“Avete capito bene! Un manipolo di idioti che con fare baldanzoso hanno preso una bici (forse rubata?) e l’hanno lanciata contro le auto in sosta così, per divertimento. Lo stesso divertimento che hanno provato i proprietari delle stesse che si sono ritrovati danni più o meno importanti tra bozzi alla carrozzeria, fanali rotti e lunotto in frantumi, sapeste le risate che si sono fatti! E loro? I bravi ragazzi? Nulla, sigaretta (se non altro) in bocca, cappuccio in testa e via. Ma è mai possibile che si sia così idioti? Così privi di educazione e rispetto? Ovviamente chiami le forze dell’ordine, ma finchè giungono in zona, dei bravi ragazzi nemmeno l’ombra!”.
“Purtroppo il quartiere 167 ormai è alla mercè di chiunque: le telecamere non possono riprendere ogni angolo, le forze dell’ordine fanno quel che possono e allora? Quale soluzione adottare? Le ronde di leghista memoria non credo possano avere successo anche perché questi ragazzini sono pure spregiudicati e si aggirano con fare di sfida, facendosi forza del ‘branco’ e un padre di famiglia non può e né deve scendere al loro livello. Chiamando le forze dell’ordine bisogna sperare che questi siano in zona per giungere e cogliere in flagranza questi idioti. Una soluzione potrebbe essere incrementare la presenza di personale qualificato (personale degli istituti di vigilanza privata) facendo una convenzione ad hoc col Comune per coprire con più mezzi possibili il territorio comunale. E poi una cosa sulla quale davvero non bisognerebbe transigere: quando vengono beccati non è possibile che tutto si risolva con un ‘rimprovero’ e con le ‘scuse di facciata’: con le scuse i danni non si pagano. Le scuse sono composte essenzialmente da due elementi: il capire di aver ferito l’altra persona e il mostrare rimorso per quanto fatto. Senza uno dei due elementi il chiedere scusa è solo una facciata di perbenismo o convenienza. Del resto scusarsi deriva dal latino excusāre, (ex-, che indica privazione e causa ‘causa; colpa’), quindi togliere la colpa. Sia per chi chiede sia per chi accetta le scuse. Quindi assume un ruolo fondamentale il riconoscere la propria colpa o responsabilità. Ma quando i danni non sono morali, allora dovrebbero anche ripagarli economicamente e, aggiungerei, non sarebbe affatto male obbligare questi ragazzi a fare del volontariato magari ripulendo i parchi comunali così saranno i primi custodi della pulizia e rispetto del bene comune e così potrebbero ‘riempire’ le loro giornate vuote con qualcosa di utile soprattutto per la loro crescita, visto che rappresentano il nostro futuro”.