Il dialetto, in un periodo di crisi e transizione come quello che stiamo vivendo, è rimasto uno degli ultimi “punti di riferimento per riacquisire quei valori tradizionali, in realtà mai andati persi, ma solamente accantonati”. Nel segno di questa riflessione, si è svolta, sabato 14 marzo, presso il Circolo Unione di Bisceglie, la presentazione del libro “Addaure de còse : mare, tèrre…pane e premedóle”, una raccolta di poesie in bilico tra lingua e dialetto scritta dal M.d.L. Demetrio Rigante.
A moderare la serata Enzo Quarto, scrittore e giornalista RAI, che ha ricordato l’importanza del dialetto e della poesia come strumenti per comprendere fino in fondo il significato delle nostre tradizioni, e quindi della nostra vita, al di fuori delle logiche commerciali e consumistiche imposte dalla società attuale. La poesia di Rigante rappresenta quindi una ricerca introspettiva, effettuata attraverso i ricordi tristi e gioiosi della propria vita, che ha come scopo la riconquista dei più essenziali valori umani, e per questo di grande importanza soprattutto per le nuove generazioni che, quel tipo di valori, “sembra averli purtroppo persi di vista”.
A ricordare l’impegno dell’amministrazione comunale nella valorizzazione delle tradizioni territoriali, attraverso iniziative culturali e non, è intervenuto il sindaco di Bisceglie avv. Francesco Spina, auspicando un intervento in questa direzione anche delle Consulte da poco istituite, come quella per il centro storico e quella per la cultura (di cui è presidente il dott. Tommaso Fontana, presente anche lui alla manifestazione di sabato e fondatore, insieme a Demetrio Rigante, dell’associazione a difesa del dialetto ““La Canigghie”).
Ampio spazio è stato inoltre dato alle poesie e alla loro declamazione, da vere e proprie liriche patriottiche fino a componimenti più intimi e personali, passando per la traduzione in dialetto biscegliese di alcuni tra i più celebri scritti della letteratura italiana, da Dante Alighieri a San Francesco. Ad alternarsi sul palco Nicola Ambrosino, Natale Di Leo, Nicola Gallo, Anna Lozito, Vitantonio Mazzilli, Demetrio Rigante, Michele Schiavone e Antonio Todisco, accompagnati dal sottofondo musicale a cura della prof.ssa Giusy Gentile e dei maestri Claudia Lops, Mauro Dell’Olio e Giacomo Piepoli.
La serata ha visto inoltre la partecipazione di alcuni ospiti provenienti dai paesi vicini. Il presidente dell’Accademia della lingua barese “Alfredo Giovine”, Felice Giovine, ha ironizzato sull’influenza sempre più marcata della lingua inglese sul nostro vocabolario e sulla progressiva perdita della nostra tradizione linguistica, lanciando la proposta della creazione di un “idioma delle Terre di Bari”, che salvaguardi le gemme nascoste del nostro idioma popolare, parallelamente all’istituzione del dialetto come materia di studio. Sono inoltre intervenuti anche l’attore-poeta Gigi De Santis del Don Dialetto di Bari, che ha divertito il pubblico con una traduzione in dialetto barese di un componimento dello stesso Demetrio Rigante, il prof. Nicola Gallo e lo scrittore-giornalista dott. Luca De Ceglia.
La serata è stata inoltre dedicata al ricordo di Antonio Cortese, curatore dell’intero progetto editoriale, recentemente scomparso. La manifestazione è stata patrocinata dall’Amministrazione comunale di Bisceglie in collaborazione con Centro Studi Biscegliese, Accademia della lingua barese “Alfredo Giovine”, Don Dialetto di Bari, Ass. La Canigghie, Coop. Sociale Uno Tra Noi, Unitre, Circolo Unione, Rotary, UNUCI, ANMI e Roma Intangibile.