E’ stato difficile rispettare quella regola non scritta che impone a un giornalista, a un cronista di non esprimersi mai favorevolmente dinanzi a uno spettacolo con un liberatorio battito di mani d’approvazione. Infatti non è stata rispettata. Una regola così, davanti a un gruppo affiatato, appassionato, professionale e impeccabile, che nulla ha a che fare con l’amatorialità (seppur concetto nobilissimo), è impossibile da rispettare.
Ancora una volta Mastro Fabiano Di Lecce ha saputo forgiare l’idea che aveva in mente: mettere in scena fedelmente, accoratamente, la più semanticamente aulica delle favole Disney, quella che ci insegna meglio di tutte e di tutti che solo un elemento può trasformare la cattiveria in bontà, la crudeltà in pacatezza, la brutalità in poesia: “La bella e la bestia”.
E per farlo si è avvalso della voce, dell’abilità scenica, del cuore, del canto, delle espressioni facciali, della tecnica artistico-teatrale delle donne e degli uomini della sua compagnia Fagipamafra che ha piacevolissimamente abituato il pubblico a successi in termini, sì, di applausi e consensi, ma soprattutto successi di preparazione, di trasporto, di volontà d’animo.
La squisita dolcezza della protagonista Annamaria Carrieri (Belle), la veemente irruenza che nasconde profonda tenerezza di Pietro Lampedecchia (Bestia), l’esilarante capacità di trasformare tutto in un sorriso di Domenico Abascià (Lumière), i goffi muscoli e la simpatica vanagloria di Antonio Amoruso (Gaston), le sofferenze e le gioie sul volto di Giovanni Pedone (Maurice, padre di Belle), la mestria canoro-musicale e gli occhi profondi di Luciana Negroponte (Mrs Bric), la straordinaria solarità e l’istrionica verve di Domenico Di Bitetto (Tockins), la tenerezza infantile e coinvolgente di Claudia Valente (Chicco), la possente ruffianeria e il divertente attaccamento all’amicizia di Leonardo Tatoli (Le tont), il sinuoso romanticismo di Elisabetta Dell’Olio (Spolverina), la colorata simpatia travolgente di Pasqua Valente (guardaroba e donna del villaggio) hanno commosso e divertito e rapito e ammaliato il pubblico del Teatro Mediterraneo gremito come non si vedeva dai tempi di Beppe Barra, Enzo Avitabile o Miriam Makeba.
Menzione di merito sentita e dovuta anche per Adriana Abascià (fornaio e ragazza), Valentina Maffei (librario, cuoco e ragazza), Tiziana Tortora (D’Arque e donna del villaggio), Federica Pedone (Philippe e ragazza), Federica Di Lecce (narratore e donna del villaggio), Mariagrazia Rutigliano (donna del villaggio), Federica Scafarella, Michele Papagni e Riccardo Leonetti (uomini del villaggio).
Nulla, davvero nulla è lasciato al caso: il lavoro come vocal coach di Luciana Negroponte, la coreografia di Tiziana Tortora, i costumi di Domenico Velletri, la scenografia di Giacinto Distaso, il trucco curato da Eleonora Guglielmi, il ‘parrucco’ da Tonia Di Pilato. Tecnico audio e luci Moschetta service, fotografia Vito Frisari, regia Fabiano Di Lecce, riprese video Girolamo Di Benedetto.
Prossimo appuntamento con “La bella e la bestia” il 26 e il 27 novembre al Teatro Politeama Italia di Bisceglie.