Una interessantissima lectio magistralis ha concluso l’unico appuntamento biscegliese dell’edizione 2018 de “I Dialoghi di Trani“, attesissima rassegna che ogni anno ospita studiosi di fama internazionale. Un gremito Salone degli Specchi di Palazzo Tupputi ha accolto un ospite d’eccezione: il professor Telmo Pievani, che ha intrattenuto l’uditorio con una dissertazione sul percorso evolutivo dell’uomo.
La conferenza, seguita con grande attenzione dal pubblico in sala, ha preso le mosse da una pubblicazione del docente, intitolata “Homo Sapiens e altre catastrofi“, recentemente pubblicata in seconda edizione. Il discorso del professor Pievani, titolare della cattedra di Bioetica all’Università di Padova, si è incentrato sulle cause che hanno portato le numerose specie di uomo primitivo a scomparire, lasciando spazio alla specie attuale di uomo, l’Homo Sapiens. In un processo di amplissima portata, che ha interessato uno spazio cronologico e spaziale enorme e ha coinvolto un numero incalcolabile di variabili, un ruolo di primo piano lo hanno assunto le catastrofi naturali, veri e propri stimoli all’evoluzione, all’adattamento e al progresso: di qui il collegamento con quello che è il tema della XVII edizione della kermesse tranese, ovvero la paura.
L’indagine di Telmo Pievani si è dimostrata, pur nella sua complessità ed esaustività, ampiamente accessibile al pubblico presente in sala, che ha partecipato attivamente rivolgendosi al docente per chiarire dubbi e perplessità. Partendo da una breve descrizione delle diverse specie, il professore ha ricostruito con grande precisione le tappe salienti della diffusione dell’Homo Sapiens nel mondo, mostrando – alla luce dei recentissimi ritrovamenti archeologici – le prove della coesistenza (e talvolta dell’interazione) di varie specie di ominidi.
La lectio magistralis del professor Pievani, da lui dedicata alla memoria del collega e mentore Luigi Cavalli Sforza (scomparso pochi giorni fa), nonostante il suo carattere prettamente scientifico, non ha lesinato inoltre riferimenti all’attualità politica: il docente ha infatti stigmatizzato la recente deriva razzista attraverso evidenze scientifiche. I dati oggettivi riportati dal professore hanno dimostrato l’inconsistenza del concetto di “razza”, che si rifà ad un modello antropologico scientificamente errato, e che anche l’uomo europeo (la cosiddetta “razza bianca”) aveva in origine la pelle scura. La preoccupante diffusione di sentimenti xenofobi, che sta coinvolgendo tanto i cittadini quanto la politica, si può dunque spiegare soltanto come una forma irrazionale di paura del diverso, un sentimento che ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo, che continuerà a caratterizzarne l’esistenza e che potrebbe deciderne il destino.